Benigni, art 21 Costituzione è pilastro di tutte le libertà ”Un linguaggio semplice che sembra scritto da un bambino”

 © ANSA

“L’articolo 21 è della Costituzione è il mio preferito e il più importante: il pilatro di tutte le libertà dell’uomo”.

Roberto Benigni per il suo monologo in apertura al festival di Sanremo sceglie l’articolo sulla libertà di espressione.

Nello specifico la Costituzione recita: “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero”. “Un linguaggio semplice che sembra scritto da un bambino, di una forza e bellezza che si rimane stupiti. Ma se l’hanno scritto ce ne era bisogno – dice il comico -. Perché durante il ventennio non si poteva pensare liberamente.
L’articolo 21 ci ha liberati dall’obbligo di avere paura”.
“In Paesi molto vicini a noi gli oppositori vengono carcerati e incatenati, solo perché mostrano il volto o i capelli, o perché ballano e cantano. Quanto è meraviglioso e straordinario che in Italia tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. Ce lo dobbiamo ricordare. La cosa migliore per il futuro è ricordarsi di avere il passato bene presente”.
(ANSA).

La Costituzione cambia per tutelare l’ambiente e salvaguardare il futuro

Principio Ambiente Nel nome dei figli

Cambiati due articoli della Costituzione per la piena tutela di biodiversità ed ecosistemiLa tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi entra tra i principi fondamentali della Costituzione e aggiunge un lascito per le generazioni future tra i pilastri su cui si fonda il patto che ci lega come cittadini. Con uno solo contrario e sei astenuti, la Camera ha approvato ieri la riforma che modifica l’articolo 9 e l’articolo 41.

Poche righe per inserire la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi italiani tra i principi fondamentali della nostra Costituzione, e aggiungere un lascito per le generazioni future tra i pilastri su cui si fonda il patto che ci lega come cittadini. Con 468 voti a favore, uno solo contrario e sei astenuti, la Camera ha approvato ieri in via definitiva la riforma che modifica l’articolo 9 e l’articolo 41 della legge fondamentale dello Stato, inserendo un indirizzo di tutela ambientale che supera il generico riferimento alla difesa del paesaggio da sempre contenuto nel testo. Grazie alla maggioranza dei due terzi dei componenti, ampiamente superata, il provvedimento entrerà subito in vigore, senza bisogno di un eventuale referendum confermativo (possibile in caso di maggioranza assoluta).

L’articolo 9, che enuncia tra i compiti della Repubblica anche quello della salvaguardia del «paesaggio» e del «patrimonio storico e artistico della Nazione», sarà integrato con l’aggiunta della frase: «Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali». C’è poi l’articolo 41, riguardante la libera iniziativa economica, che oltre a non arrecare danno «alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana», come già prescritto nel secondo comma, non dovrà nuocere neanche «alla salute e all’ambiente». Modifica simile per il terzo comma dello stesso articolo, che tra i fini della libera iniziativa economica, prevede da ieri, assieme a quelli «sociali», anche quelli «ambientali». Il provvedimento espande infine l’ambito di applicazione della disciplina per la tutela degli animali anche «alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano nei limiti delle competenze legislative ad esse riconosciute dai rispettivi sta- tuti».

La proposta di legge, votata a Montecitorio in quarta lettura complessiva, è il risultato di otto iniziative parlamentari confluite nel testo unificato passato ieri e dà seguito a numerosi tentativi di revisione dell’articolo 9 della Costituzione giunti dalle due Camere nel corso degli anni, oltre che ai diversi riconoscimenti de facto degli stessi principi compiuti dalla legislazione ordinaria e dalla giurisprudenza costituzionale.

Il primo a rallegrarsi per il traguardo raggiunto è stato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, presente in Aula per quella che considera «una giornata epocale», preludio di «un passaggio imprescindibile per un Paese che sta affrontando la propria transizione ecologica». «Per le azioni che facciamo oggi e per le conseguenze che ci saranno, questa conquista è fondamentale – ha proseguito – e ci permette di avere regole ben definite per proteggere il nostro pianeta». Soddisfazione espressa anche dai parlamentari in modo trasversale, come era prevedibile, ma in particolare da quelli del Movimento 5 stelle, da sempre in prima linea su questi temi: «Si tratta di un passaggio storico. Un segnale chiaro del Parlamento, un faro per il presente e il futuro del nostro Paese», ha commentato il presidente della Camera, Roberto Fico, mentre per i componenti pentastellati delle commissioni competenti (Ambiente e Affari costituzionali) si tratta di «una svolta importantissima », di «uno strumento per contrastare la crisi climatica» e di «una vittoria decisiva per garantire un futuro migliore alle prossime generazioni e un modello di sviluppo sostenibile». «Una giornata storica» si legge in un tweet postato sul profilo di Palazzo Chigi, al quale si associano anche Italia Viva, la Lega e in ordine sparso quasi tutte le altre formazioni. In serata è arrivato anche il plauso delle maggiori organizzazioni di tutela ambientale, dal Wwf a Greenpeace, fino alla Lav.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il testo unificato passa con 468 voti a favore e uno solo contrario, entrerà subito in vigore Il ministro Cingolani: «Giornata epocale» Esultano anche le associazioni ambientaliste

Costituzione del Papa per le contemplative: fari e fiaccole per l’umanità

La promozione di una formazione adeguata; i criteri specifici per l’autonomia delle comunità contemplative; l’appartenenza dei monasteri ad una federazione: sono questi alcuni punti della Costituzione Apostolica “Vultum Dei Quaerere – La ricerca del volto di Dio”, firmata da Papa Francesco e dedicata alla vita contemplativa femminile. Il documento indica 12 temi di riflessione per la vita consacrata in generale e si conclude con 14 articoli dispositivi. Il servizio diIsabella Piro da Radio Vaticana

Le contemplative siano fari e fiaccole dell’umanità
Essere “fari e fiaccole” che guidano ed accompagnano il cammino dell’umanità, interlocutrici “sapienti” che sanno “riconoscere le domande che Dio e l’umanità pongono”: questa è la sfida indicata da Papa Francesco alle contemplative. In un mondo che cerca Dio, anche inconsapevolmente – scrive il Pontefice – le persone consacrate non devono fermarsi mai nella loro ricerca di Dio, portando il Vangelo nel mondo contemporaneo. E non si tratta di una missione facile, considerata la realtà attuale che “obbedisce a logiche di potere, economiche e consumistiche”. Ma è proprio in questo contesto che il silenzio, l’ascolto, la stabilità della vita contemplativa “possono e devono costituire una sfida”.

Vita consacrata, storia di amore appassionato per Dio e l’umanità
“Dono inestimabile ed irrinunciabile” per la Chiesa – si legge nella Vultum Dei Quaerere (VDQ) – “la vita consacrata è una storia di amore appassionato per il Signore e per l’umanità”, che si dipana attraverso “l’appassionata ricerca del volto di Dio”, di fronte al quale “tutto si ridimensiona”, perché guardato con “occhi spirituali” che permettono di contemplare “il mondo e le cose con lo sguardo di Dio”. Di fronte alle “tentazioni”, poi, il Papa esorta le contemplative a “sostenere coraggiosamente il combattimento spirituale”, vincendo con tenacia “la tentazione che sfocia nell’apatia, nella routine, nella demotivazione, nell’accidia paralizzante”.

Formazione e preghiera
Quindi, il Papa invita a “riflettere e discernere su dodici temi della vita consacrata in generale. Il primo è quello della formazione, processo senza fine che “richiede una continua conversione a Dio” e un tempo adeguato, tra i nove ed i dodici anni.  Di qui, il richiamo del Pontefice ai monasteri affinché “prestino grande attenzione al discernimento vocazione e spirituale, senza lasciarsi prendere dalla tentazione del numero e dell’efficienza”. Segue, poi, la preghiera: “midollo della vita consacrata”, essa non deve essere vissuta come “un ripiegamento” della vita monastica su se stessa, bensì come un “allargare il cuore per abbracciare l’intera umanità”, in particolare i sofferenti. In tal modo, le comunità diverranno “vere scuole di preghiera”, alimentata dalla “bellezza scandalosa della Croce”.

Lectio divina, Eucaristia e Riconciliazione
Centrale, poi, la Parola di Dio: esplicitata nella lectio divina, essa permette di passare “dal testo biblico alla vita” e deve scandire la giornata “personale e comunitaria” delle contemplative, aiutandole a “discernere ciò che viene da Dio e ciò che invece può allontanare da Lui”. Ma lectio divina dovrà anche trasformarsi in actio, “dono per gli altri nella carità”. Successivamente, la VDQ ricorda l’importanza dell’Eucaristia e della Riconciliazione, suggerendo di “prolungare la celebrazione con l’adorazione eucaristica” e di vivere la pratica della penitenza come “occasione privilegiata per contemplare il volto misericordioso del Padre”. Sperimentando il perdono di Dio, infatti, si può diventare “profeti e ministri di misericordia e strumenti di riconciliazione, perdono e pace” di cui il mondo di oggi ha “particolarmente bisogno”.

Vita comunicatoria e autonomia dei monasteri
Il quinto tema indicato dalla Costituzione apostolica è quello della vita fraterna in comunità, intesa come “riflesso del modo di donarsi a Dio” e “prima forma di evangelizzazione”. “Una comunità esiste in quanto nasce e si edifica con l’apporto di tutti”, scrive il Pontefice, nell’ottica di “una forte spiritualità di comunione” e di “mutua appartenenza”. E questa è una testimonianza quanto mai necessaria “in una società segnata da divisioni e disuguaglianze”. “È possibile e bello vivere insieme – si legge nel documento – nonostante le differenze di generazione, formazione e cultura”. Anzi, tali diversità non impediscono la via fraterna, ma “la arricchiscono”, perché “unità e comunione non significano uniformità”. Il sesto tema, invece, riguarda l’autonomia dei monasteri: pur favorendo la stabilità, l’unità e la contemplazione di una comunità, l’autonomia “non deve significare indipendenza o isolamento”, scrive il Papa, esortando le contemplative a non  ammalarsi di “autoreferenzialità”.

Le federazioni e la clausura
Strettamente legato a questo è il settimo tema, in cui il Papa richiama l’importanza delle Federazioni come “strutture di comunione tra monasteri che condividono lo stesso carisma”. Mirate alla promozione della vita contemplativa nei monasteri e all’aiuto nella formazione e nelle necessità concrete degli stessi, le Federazioni – è l’indicazione del Pontefice – “dovranno essere favorite e moltiplicate”. L’ottavo tema, invece, è relativo alla clausura, “segno dell’unione esclusiva della Chiesa sposa con il suo Signore”.

Il lavoro e il silenzio
Poi, Papa Francesco sottolinea l’importanza del lavoro che le contemplative devono compiere “con devozione e fedeltà, senza lasciarsi condizionare dalla mentalità efficientistica e dall’attivismo della cultura contemporanea”. Il lavoro andrà quindi inteso come “servizio all’umanità e solidarietà con i poveri”. E ancora: il silenzio, da intendere come “ascolto e ruminatio della Parola”, “vuoto di sé per fare spazio all’accoglienza”, silenzio “ricco di carità”, che “ascolta Dio ed il grido dell’umanità”.

La cultura digitale ed i mezzi di comunicazione
Consapevole, poi, dei mutamenti della società e della “cultura digitale” che “influisce in modo decisivo nella formazione del pensiero e nel modo di rapportarsi con il mondo”, come undicesimo tema Francesco pone i mezzi di comunicazione. “Strumenti utili per la formazione e la comunicazione”, li definisce il Papa che, tuttavia, esorta le contemplative ad “un prudente discernimento” affinché tali mezzi non siano occasione di “dissipazione o di evasione dalla vita fraterna, danno alla vocazione o ostacolo alla contemplazione”.

L’ascesi: le contemplative, “scala” verso Dio
Infine, l’ultimo tema è quello dell’ascesi: “segno eloquente di fedeltà” in un mondo globalizzato e senza radici, esempio, per “l’umanità segnata e lacerata da tante divisioni”, di come “restare accanto” al prossimo anche di fronte a diversità, tensioni, conflitti, fragilità,  l’ascesi non è una fuga dal mondo “per paura” – sottolinea Francesco – perché le monache “continuano a stare nel mondo, senza essere del mondo”. La loro profezia, allora, sarà quella di “intercedere costantemente per l’umanità” presso il Signore, ascoltando “il grido” di chi è “vittima della cultura dello scarto”. Così, le contemplative saranno la “scala” attraverso la quale Dio scende incontro all’uomo e l’uomo sale incontro a Dio.

Reclutamento candidate non sia solo per far sopravvivere i monasteri
La Conclusione dispositiva della VDQ si suddivide in 14 articoli che, di fatto, definiscono in termini giuridici quanto detto dal Pontefice in precedenza. In particolare, l’art. 3 stabilisce che si possono frequentare corsi formativi “anche al di fuori del proprio monastero e che “si deve assolutamente evitare il reclutamento di candidate da altri Paesi con l’unico fine di salvaguardare la sopravvivenza del monastero”. L’art. 8 elenca i requisiti necessari all’autonomia giuridica di una comunità, tra cui la capacità formativa e di governo, l’inserimento nella Chiesa locale e la possibilità di sussistenza. Qualora tali requisiti non sussistano, la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata “valuterà l’opportunità di costituire una commissione ad hoc” per “una rivitalizzazione del monastero oppure per la sua chiusura”.

Obbligo iniziale di far parte di una federazione
L’art. 9 sottolinea che “inizialmente tutti i monasteri dovranno far parte di una federazione”, che potrà essere configurata secondo criteri sia geografici che di affinità di spirito e tradizioni. Se un monastero non potrà confederarsi, la VDQ ribadisce che si dovrà chiedere il permesso alla Santa Sede, alla quale compete “un adeguato discernimento”.  Infine, l’art. 14 stabilisce che la  Congregazione per gli Istituti di vita consacrata emani indicazioni applicative secondo i carismi delle diverse famiglie monastiche. Tali indicazioni applicative dovranno essere approvate dalla Santa Sede.