Covid: 24.883 positivi, 81 morti, aumentano i ricoveri. Solo 217 mila tamponi, tasso sale al 11,5%

 © ANSA

(ANSA) – ROMA, 26 DIC – Sono 24.883 i casi di Covid individuati in Italia nelle ultime 24 ore.

Ieri i casi erano stati 54.762.

Le vittime, secondo i dati del ministero della Salute, sono 81, mentre ieri erano state 144. I tamponi effettuati sono stati soltanto 217.052. Ieri erano stati 969.752. Il tasso di positività, pertanto, sale all’11,5%, rispetto al 5,6% di ieri. Gli attualmente positivi sono 516.839, 16.373 in più rispetto a ieri. Dall’inizio della pandemia i casi totali sono 5.647.313 e i morti 136.611. I dimessi e i guariti sono invece 4.993.863, con un incremento di 8.428 rispetto a ieri. Aumentano i ricoveri nei reparti ordinari (+328). (ANSA).

Piano piano si comincia a rientrare in classe (parte l’Alto Adige) e il tema della sicurezza in tempo di pandemia resta centrale

Ne parliamo con Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, coordinatore del Cts e direttore di Medicina sperimentale di precisione del Bambino Gesù di Roma.

«I pilastri su cui si fonderà il rientro a scuola, il più possibile in sicurezza e con l’obiettivo di dare continuità alla didattica in presenza, sono tre: il Green pass per gli operatori scolastici, quindi corpo docente e personale non docente. Per Green pass si intende: soggetti vaccinati o che abbiano superato la malattia o che si siano sottoposti a tampone. L’auspicio e l’esortazione che rivolgo è che la percentuale dei vaccinati sia la più alta possibile».

Il secondo pilastro della sicurezza?

«Vaccinare il maggior numero di adolescenti delle superiori e degli ultimi due anni di medie. Abbiamo due vaccini a Rna messaggero approvati, Pfizer-BioNTech e Moderna. La speranza è di aumentare ulteriormente la già buona percentuale di soggetti che hanno ricevuto la prima dose che oggi tra i 15 e i 19 anni è vicina al 60 percento. E aumentarla nella fascia 12-14».

Persiste poi una serie di protocolli già nota a tutti…

«Il distanziamento interpersonale, l’uso delle mascherine, l’igienizzazione delle mani, l’importanza dell’areazione compatibilmente alla situazione climatica, l’opportunità che i genitori tengano a casa i figli in presenza di febbre o sintomatologia suggestiva per infezione da Sars-CoV-2».

Le mascherine saranno obbligatorie anche in aula?

«Sono obbligatorie dai 6 anni in su e d’imprescindibile utilità quando non c’è la possibilità di mantenere la distanza interpersonale di un metro. Toglierla? È una possibilità considerabile in presenza di una completa copertura vaccinale all’interno della classe».

Eppure la riapertura delle scuole spaventa.

«Un po’ di nuovi casi ci saranno, ma non dobbiamo farci intimorire. Vanno evitate situazioni come lo scorso anno con regioni che hanno scelto autonomamente politiche di chiusura della scuola. Serve una strategia nazionale, con una condivisione delle scelte tra Governo centrale e istituzioni regionali per tutelare la presenza degli studenti a scuola».

Se in classe c’è un positivo, che fare?

«Va gestito dal preside con le autorità sanitarie territoriali. L’eventuale adozione della quarantena già adesso prevede la riduzione della durata a sette giorni per chi è stato vaccinato rispetto ai 10 giorni per chi non lo è».

Qualche consiglio antipanico?

«Vaccinarsi prima di tutto, e questo vale per adulti e ragazzi dai 12 anni, per proteggere sé stessi e gli altri, soprattutto coloro a rischio di non rispondere alla vaccinazione, e per limitare la circolazione virale e l’associato rischio che emergano varianti del nuovo coronavirus. No ad assembramenti e affollamenti anche al di fuori dell’orario scolastico; sì ad atteggiamenti responsabili, anche sui mezzi pubblici, evitando di andare a scuola con febbre, tosse o raffreddore e indossare la mascherina ogni volta in cui è indicato. Così facendo possiamo augurarci una continuità nell’attività didattica in presenza che resta la priorità».
Famiglia Cristiana

Contagi, «nessun rischio in classe»

Ventuno casi positivi rilevati in un anno (su più di 11mila test effettuati) e nessun contagio all’interno delle aule. La conferma che la scuola è un luogo sicuro arriva dal progetto “A tutela dello studente, per una scuola sicura”, promosso dall’Ospedale Bambino Gesù insieme con la Società italiana di Pediatria (Sip), l’Istituto di Ortofonologia e la Fondazione Mite, i cui risultati sono stati presentati in anteprima al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi e diffusi ieri.

A partire dallo scorso settembre e per l’intero anno scolastico, i ricercatori hanno effettuato monitoraggi mensili con tamponi salivari anti Covid-19 su più di mille alunni (tra i 5 e i 19 anni) e circa 200 insegnanti di due scuole di Roma: l’istituto comprensivo Regina Elena e l’istituto paritario Santa Maria Ausiliatrice. Complessivamente, sono stati effettuati oltre 11mila test riscontrando, appunto, soltanto 21 casi positivi (pari allo 0,2%) e nessuna diffusione del contagio all’interno delle classi. Un risultato incoraggiante, soprattutto alla luce dell’ormai imminente avvio delle lezioni, che ci si augura sia confermato nei prossimi mesi, nonostante la diffusione della variante Delta, il cui indice di contagiosità è più che doppio rispetto a quello del ceppo originario del virus.

«Se vengono rispettate le giuste misure di prevenzione e viene fatta corretta educazione, la scuola rappresenta un luogo sicuro», commentano la presidente dell’Ospedale della Santa Sede, Mariella Enoc e il direttore del Dipartimento Emergenza, Accettazione e Pediatria Generale, Alberto Villani.

I primi risultati, riferiti ai primi tre mesi di monitoraggio, sono stati pubblicati lo scorso febbraio sulla rivista scientifica Italian Journal of Pe- diatrics: venivano riportati solo 16 casi di positivi e nessun contagio tra le classi. I risultati finali, riferiti all’intero anno scolastico, saranno oggetto di un nuovo lavoro scientifico. Intanto, continua il dibattito sull’utilizzo delle mascherine in aula, dopo che il ministro Bianchi ha annunciato che, nelle classi con tutti gli studenti vaccinati, si potranno abbassare. «Nelle aule ci sarà sempre qualcuno di non vaccinato – ricorda il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli –. E questo creerà una situazione di disagio, con il rischio di emarginazione da parte dei ragazzi che vorrebbero levare la mascherina. Si pensi, per esempio, se in una classe di 25 studenti c’è solo uno senza vaccino, come si sentirà questo ragazzo? Si potrebbe ovviare – suggerisce Giannelli – con una super app, come quella che dovrà essere varata per i docenti, con cui si può sapere quali sono le classi completamente vaccinate senza dover chiedere ad ognuno certificati o documentazioni».

Alle perplessità dei dirigenti scolastici rispondono fonti del ministero di viale Trastevere, che ricordano come «la possibilità di togliere la mascherina nelle classi composte da studenti che abbiano tutti completato il ciclo vaccinale è prevista dal decreto legge varato dal governo lo scorso 6 agosto con le misure urgenti per l’avvio del nuovo anno scolastico ». Le stesse fonti chiariscono che, «insieme al Ministero della Salute, tenuto conto anche degli aspetti legati alla privacy, si sta ora lavorando per l’attuazione di questa novità che non vuole assolutamente creare discriminazioni, quanto piuttosto consentire un progressivo ritorno alla normalità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Prosegue il dibattito sulle mascherine in aula. Farle abbassare soltanto nelle classi di tutti vaccinati potrebbe «generare discriminazioni», secondo i presidi. Il ministero: è previsto dal decreto agosto

Attraverso una favola illustrata il libro “Il cavaliere la principessa e il virus invisibile” affronta le paure e le domande dei più piccoli. E aiuta anche i genitori a confrontarsi con la pandemia senza ansie

Famiglia Cristiana

Una favola, un ragazzo, anzi due, che affrontano il male. Spiegare il coronavirus ai bambini è semplice. Se hai la matita di Franz Pagot e un modo chiaro di raccontare. Il libro Il cavaliere, la principessa e il virus invisibile (a cura di Cinzia De Martin e i cui proventi andranno all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze) risponde alle domande più ricorrenti e mette in guardia dalle insidie che potrebbero farci ammalare di Covid  Con l’ausilio di virologi, psicologi ed esperti, l’autore, attraverso una favola ben strutturata, veicola messaggi rassicuranti su come affrontare il pericolo. L’igiene delle mani, il contatto con gli animali domestici, la distanza tra le persone sono spiegate in modo da non creare ansia, ma anche senza nascondere il male della pandemia. D’altra parte, come ricorda l’autore con le parole di Chesterton all’inizio del testo (che può anche essere scaricato in versione animata al link https://youtu.be/jr7u-IcBLVM) «Le fiabe non raccontano ai bambini che i draghi esistono. I bambini sanno già che i draghi esistono.Le fiabe raccontano ai bambini che i draghi possono essere uccisi»