La cieca ferocia dell’Is

Annunciati nuovi raid della coalizione internazionale

Il 2015 si è aperto con una conferma dell’intensificazione del conflitto sui fronti iracheno e siriano. Mentre la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti annuncia ogni giorno un numero crescente di raid aerei contro le milizie del cosiddetto Stato islamico (Is), queste ultime appaiono tutt’altro che indebolite e radicalizzano la loro feroce determinazione.

I miliziani dell’Is circondano il pilota giordano catturato e poi ucciso (Ansa)

Ne hanno dato una riprova ieri le esecuzioni di prigionieri. In Siria i miliziani jihadisti hanno ucciso il pilota giordano catturato una decina di giorni fa, mentre in Iraq sono stati giustiziati quindici giovani del clan Al Jamilat di Falluja, una comunità sunnita, cioè della confessione islamica alla quale pretende di appartenere l’Is, le cui azioni sono peraltro giudicate incompatibili con l’islam da tutte le principali autorità religiose tanto sunnite quanto sciite.

Secondo notizie non smentite né dal Governo giordano né dall’Is stesso, il pilota Muadh Al Kassasbe è stato ucciso dopo che erano falliti due tentativi di blitz delle forze speciali statunitensi di liberare i prigionieri nel carcere dell’Is ad Al Raqqah, il capoluogo dell’omonima provincia siriana diventata la loro roccaforte. Secondo fonti citate dalle agenzie di stampa, che peraltro le definiscono non verificabili, mentre alcuni aerei bombardavano postazioni dell’Is attorno ad Al Raqqah, almeno due elicotteri avevano tentato di atterrare nei pressi di una delle possibili prigioni dove poteva essere detenuto Kassasbe. Altri elicotteri avevano condotto un’operazione analoga a est di Al Raqqah, nei pressi del carcere di Akaryshe. Ma in entrambi i casi il fuoco della contraerea dell’Is aveva costretto i velivoli ad abbandonare la missione. Poche ore prima della notizia della morte del pilota giordano in Siria c’era stata quella dei quindici giovani iracheni a Falluja.

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