Incidente mortale ad Ampasimanjeva, il 5 gennaio 2023 Celebrazione diocesana di suffragio

La Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla e la Congregazione Mariana delle Case della Carità sono in lutto per l’incidente d’auto che si è verificato il 27 dicembre in Madagascar, nella diocesi di Manakara

L’auto sulla quale viaggiavano nove persone impegnate nella missione di Ampasimanjeva è uscita di strada al rientro da un pellegrinaggio a Vohipeno. In cinque hanno perso la vita.
Sono morti il dottor Randriatioana Raoelina Martin, direttore dell’ospedale Fondation Médicale d’Ampasimanjeva insieme alla moglie la dottoressa Nivo, don Didier Razafinjatovo (Fratello della Carità) e le Carmelitane Minori della Carità suor Justine Lalao e suor Marie Louise.

Nell’incidente sono rimasti feriti gravemente suor Marie Odette, Carmelitana Minore della Carità e i novizi dei Fratelli della Carità Fidson ed Herschel. Suor Hary Berthine, Carmelitana Minore della Carità, è rimasta ferita in modo meno grave.
Affidiamo al Signore della vita il nostro dolore e la nostra supplica.

Giovedì 5 gennaio, alle ore 16 in Cattedrale, l’arcivescovo Giacomo Morandi presiede una celebrazione diocesana in suffragio dei missionari malgasci defunti.

diocesi.re.it

Bibbia e Liturgia / Proviamo a scendere nel concreto e ragionare (assieme magari!) ad alta voce su ipotesi possibili per la celebrazione eucaristica

di Gilberto Borghi in vinonuovo.it

A mia volta ringrazio Enrico. Intanto perché non si incontra tutti i giorni un sacerdote che sia disposto a ragionare sui problemi relativi alla celebrazione liturgica e disponibile anche a cercare insieme possibili aggiustamenti, affinché le nostre liturgie siano più vivibili.

E poi perché mi permette di provare a scendere nel concreto e ragionare (assieme magari!) ad alta voce su ipotesi possibili per la celebrazione eucaristica. Per ora un primo articolo.

Quantità. In questi giorni mi sono imbattuto in una locandina che pubblicizzava la festa della madonna dell’Assunta, in un paesino di meno di mille abitanti, fuori dalla mia diocesi. Il programma prevedeva ben otto (dico otto!) messe durante il giorno della festa: dalle 5,15 del mattino alle 18,30 della sera. Tre di queste presiedute da tre vescovi locali. La domanda è seria: pensiamo che la ripetizione numerica delle messe aumenti già di suo la nostra fede? Conosco preti che celebrano regolarmente tutte le domenica quattro messe. Anche qui la domanda è seria: pensiamo che possano sfuggire al meccanismo della “routine”? Allora siamo onesti: se vogliamo recuperare qualità delle nostre celebrazioni cominciamo col ridurre la quantità.

Se è vero che la liturgia è la sessualità della Chiesa, puntare sulla quantità è davvero assurdo. La ripetizione assidua svuota il gesto di tutta la sua carica di “fonte e culmine” e tende a renderlo una abitudine meccanica. Non si può sempre stare al culmine o alla fonte. Abbiamo molte altre forme di preghiera comunitaria possibile da recuperare dalla nostra tradizione. Nella locandina a cui accennavo, ad esempio, non compare mai la recita del rosario, pur essendo la festa dell’assunta! E le celebrazioni della parola di Dio? E le adorazioni comunitarie? E le celebrazioni costruite apposta per eventi speciali? Dobbiamo recuperare fantasia e fedeltà al senso profondo della messa.

Preparazione. Anni fa ho conosciuto la responsabile liturgica di una parrocchia di tremila persone, nel nord Italia, che da anni, con fatiche e tanti “scontri” col parroco, ma con molta tenacia, si dava da fare affinché in ogni domenica la celebrazione della messa domenicale fosse “pensata” o organizzata in anticipo. Letture, canti, preghiere dei fedeli, preghiera eucaristica, tutto scelto da un gruppo di persone in funzione dei temi di quella domenica; inoltre un segno (quasi sempre un gesto o un azione simbolica da farsi durante la messa) che caratterizzava quella domenica specifica. Non possiamo lasciare la liturgia solo in mano ai preti! Quante comunità hanno un gruppo che si occupa della liturgia, guidato da un laico formato e competente? Non nascondiamoci dietro un dito: i preti saranno sempre meno…

Canti. Il mio docente, il compianto don Enzo Lodi, grande liturgista internazionale, diceva che la solennità della messa è data dai canti, perché essi esprimono nella maniera più “corporea” la nostra gioia di essere salvati e convocati da Cristo. Canti perciò gioiosi, diceva, non necessariamente sacri secondo il “sacro” separato, tremendo e inaccessibile, ma santi, secondo la santità dell’amore! Allora la domanda è seria: come si esprime la santa gioia cristiana? Davvero deve avere forme che al di fuori dell’ambito ecclesiale, nel mondo, non avrebbero luogo alcuno? E viceversa? Non possiamo pretendere che la nostra gioia sia così “sacra” e “religiosa” da non avere agganci con l’espressione naturale della gioia umana. Perché la gioia dell’amore è anche qualcosa di umano.

Tempo fa mi chiamarono ad aiutare un gruppo di giovani di Azione cattolica in una adorazione eucaristica. Decisi che potevo usare due “tormentoni” musicali del momento, modificando alcune parti del testo, così da renderli due canti davvero adatti ad esprimere la santa gioia di un gruppo di giovani davanti a Gesù. Ovviamente all’inizio lo stupore e il dubbio, ma lentamente si aprì la gioia e alla fine il grazie di tutti per aver potuto esprimere così i loro sentimenti. Credo davvero dovremmo osare di più nella composizione e scelta dei canti liturgici. Serve una operazione di recupero degli stili musicali ed espressivi tradizionali, in funzione del loro adattamento all’oggi. Nella nostra tradizione musicale liturgica c’è molta possibilità di trovare forme in cui veicolare la gioia, ma è un lavoro che ha bisogno di studio, di specialisti, innamorati del valore del canto liturgico, e non solo di alcune sue forme!

Accoglienza. Mi è capitato di partecipare ad una messa in zona turistica e sono rimasto stupito in positivo per il servizio di accoglienza organizzato. La messa in orario alle 10 in realtà inizia alle 10,30. Nella mezz’ora di scarto, alcune persone della parrocchia girano tra i banchi, e con la scusa del foglietto della messa (costruito dalla comunità stessa) con serena disinvoltura, parlano, salutano, fanno chiacchiere, accolgono anche i “non abituali”, creando un interessante clima poco ingessato e molto umano, in cui accade anche che qualcuno si faccia mezza chiesa per andare ad abbracciare un amico o un parente. Da notare: tutti con mascherina! Un ipotesi: possiamo istituire e strutturare un momento in cui si riattivano legami umani prima di celebrare?
vinonuovo.it

Natale 2021 / Celebrazione di Venerdì 24 Dicembre 2021 in Santo Stefano a Reggio Emilia (città)

Celebrazione di Venerdì 24 Dicembre 2021 in Santo Stefano a Reggio Emilia (città)
ore 23:30 – Ufficio delle Letture – ore 24 Messa della notte

Ricordiamo che per la Messa di Mezzanotte e del mattino di Natale è meglio prenotarsi nei fogli in fondo alla chiesa o all’indirizzo mail santostefano030@gmail.com

Sabato 25 Dicembre ore 10 S. Messa