Su iniziativa del Laboratorio Teologico Realino e della Fondazione Enrico Mazza di Reggio Emilia, martedì 14 novembre, alle ore 21, presso il Museo Diocesano nella chiesa di Sant’Ignazio a Carpi, verrà presentato il volume di Enrico Mazza dal titolo “Era irriconoscibile. Il caso di Gesù Risorto” (EDB, 2023)

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Ne parleranno insieme all’autore monsignor Gildo Manicardi, biblista e vicario generale della diocesi di Carpi, e lo storico delle religioni e docente Unimore, Alberto Melloni. I racconti delle apparizioni di Gesù mostrano che ciò che appariva non era uno spirito bensì un individuo in carne e ossa, come tutti gli altri, anche se con caratteristiche molto particolari come l’entrare in una stanza a porte chiuse. Era un individuo con le normali caratteristiche fisiche di tutti gli individui. In queste narrazioni Gesù è irriconoscibile perché “in altra forma” (Mc 16,12). Alcuni racconti dicono che egli restava irriconoscibile anche dopo il riconoscimento, mentre, in altri, veniva riconosciuto solo quando compiva qualche ‘segno’ ad personam, rivelatore della sua identità. A causa di tutto questo, i vari racconti di apparizione non potevano avere molta credibilità. Pertanto, vennero introdotti significativi cambiamenti per smorzare l’effetto negativo di quell’irriconoscibilità che stava accoppiata al riconoscimento. Per questo, i Vangeli cercarono di emarginare quanto più possibile il dato della irriconoscibilità, ma invano. La storia letteraria di questi racconti fa vedere che ciò che non viene mai cambiato è proprio quell’elemento che rendeva inattendibili tali racconti, ossia l’irriconoscibilità di Gesù. Questo è un dato talmente strano e irragionevole che non può essere di origine letteraria. La loro storia letteraria fa pensare che, dietro quei racconti, ci sia stato qualcosa che, essendo realmente accaduto, non poteva venir cambiato: il dato della irriconoscibilità accoppiata al riconoscimento.

(segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone)

Carpi. Morto don Cavazzutti, subì un attentato in Brasile

Aveva 86 anni. Nel 1987 si salvò da un agguato perdendo la vista

Papa Francesco insieme con don Francesco Cavazzuti

Papa Francesco insieme con don Francesco Cavazzuti – Diocesi di Carpi

Avvenire

La diocesi di Carpi piange la morte di uno dei suoi sacerdoti che più si sono spesi a favore degli ultimi del Brasile.

Questa mattina all’alba è morto don Francesco Cavazzuti nella Casa del Clero di Carpi.Aveva 86 anni, era nato a Cibeno di Carpi il 19 ottobre 1934 . Ordinato sacerdote il 29 giugno 1958 dall’allora vescovo di Carpi Artemio Prati. Nei primi anni di sacerdozio don Francesco ricopre diversi incarichi, cappellano a Quarantoli, a Carpi insegnante nelle scuole medie del Seminario, poi cappellano nelle fabbriche e segretario del vescovo. Nel 1969 il sacerdote carpigiano manifesta la sua vocazione missionaria e chiede di essere inviato come sacerdote “fidei donum” in Brasile in una zona particolarmente carente di sacerdoti. «Il suo ministero è caratterizzato da un forte impegno per la giustizia e il riconoscimento dei diritti umani e dei lavoratori, attività che crea attrito con le autorità politiche locali che tentano di allontanarlo dal Brasile», si legge in una nota della la diocesi. Il 27 agosto 1987 subisce l’attentato commissionato per eliminarlo ma riesce a salvarsi perdendo la vista. Dopo le cure e un lungo periodo di convalescenza in Italia, don Francesco decide di tornare in Brasile, per essere ancora di più segno della presenza del Signore tra il suo popolo. Nel 2005, alla presenza del vescovo Elio Tinti e del sindaco di Carpi Enrico Campedelli, viene inaugurato a Goias il Centro per i Diritti Umani intitolato a don Francesco Cavazzuti. A fine 2007 rientra definitivamente in Italia per risiedere presso la Casa del Clero e continuare il suo impegno di animazione missionaria come vicedirettore del Centro Missionario Diocesano. La salma di don Cavazzuti è esposta in Seminario fino alle 19 di domani. Domani sera alle 21 in Cattedrale si terrà la preghiera del Rosario in suffragio del sacerdote defunto. Lunedì alle 10 in Cattedrale si svolgerà la Concelebrazione eucaristica esequiale.

A presiedere le esequie sarà il vescovo di Carpi e arcivescovo di Modena-Nonatola Erio Castellucci. In un tweet il teologo Brunetto Salvarani ha voluto rievocare le qualità principali di don Cavazzuti: «È stato un eroico testimone della fede cristiana nei suoi anni brasiliani, e non solo. Che la sua cara memoria ci sia di benedizione».

Papa Francesco: nomina mons. Castellucci vescovo di Carpi e unisce “in persona episcopi” le diocesi di Modena-Nonantola e Carpi

Papa Francesco ha nominato vescovo di Carpi mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e finora amministratore apostolico di Carpi, unendo “in persona episcopi” le sedi di Modena-Nonantola e di Carpi. Ne dà notizia la sala stampa vaticana, riportando anche alcune note biografiche di mons. Castellucci: è nato a Forlì l’8 luglio 1960, ha compiuto gli studi istituzionali per il sacerdozio al Pontificio Seminario Regionale Flaminio Benedetto XV di Bologna, conseguendo il Baccalaureato in Teologia (1983). Poi come alunno del Pontificio Seminario Lombardo dei Santi Ambrogio e Carlo in Urbe di Roma ha conseguito il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana (1988). È stato ordinato presbitero il 5 maggio 1984 per la diocesi di Forlì-Bertinoro. Dal 1984 al 1986 è stato collaboratore pastorale presso la parrocchia di San Gregorio Magno alla Magliana (Roma); dal 1984 al 1992 parroco a S. Tommaso Apostolo a Durazzanino. Successivamente è stato responsabile diocesano della Pastorale giovanile, vicerettore del Seminario Minore, preside della Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna, membro del Consiglio presbiterale e pastorale diocesano, assistente diocesano degli Scout Agesci, vicario episcopale per la cultura, l’Università e scuola, la famiglia, i giovani, vocazioni e turismo. Infine a Forlì è stato parroco di San Giovanni Apostolo ed Evangelista, padre spirituale nel seminario vescovile e docente presso l’Istituto superiore di Scienze religiose S. Apollinare. È autore di pubblicazioni ed articoli che trattano della spiritualità del presbitero diocesano.
Il 3 giugno 2015 è stato nominato arcivescovo di Modena-Nonantola ed è stato consacrato vescovo il 12 settembre successivo. È consultore presso la Congregazione per il clero. All’interno della Conferenza episcopale italiana, è presidente della Commissione per la Dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi. Il 26 giugno 2019 è stato nominato amministratore apostolico di Carpi.

Agensir