Oggi la festa. Santa Chiara, «affinata come l’oro nel crogiuolo»

Santa Chiara

«L’amore ci rende più belli e trasparenti: così è successo con Chiara. Ricordare stasera il suo transito in questo luogo dove è vissuta, imparando a lavare i piedi delle sorelle e da questi a riconoscere la presenza del Signore Gesù, è dono grande per me». È un passaggio dell’intensa omelia pronunciata ieri sera nel santuario di San Damiano (Assisi) da fra’ Massimo Fusarelli, ministro generale dei frati minori, che ha presieduto la veglia nel Transito di Santa Chiara, festeggiata oggi. «Sorella Chiara va verso Chi ha amato, si muove pur restando inferma, raccoglie in questo “andare” tutto il senso della sua vita, che era stata nient’altro che una sequela dei passi di Gesù Cristo, restando dietro di Lui, amandolo senza riserve e per questo resa capace di seguirlo. Non era tanto lei a muoversi verso di Lui, quanto ad accorgersi del suo cammino verso di lei», ha proseguito fra’ Fusarelli. «Questa donna è stata affinata come l’oro nel crogiuolo. Attraverso la vita con le sue sorelle, la povertà radicale, la preghiera incessante, l’assenza di garanzie umane, la fedeltà a un’intuizione oltre le forze, eppure resa possibile pur attraverso contraddizioni e lotte, anche con uomini di Chiesa. Affinata per lasciarsi amare e amare a sua volta con libertà», ha aggiunto.

Nella consueta lettera a tutte le clarisse per la festa odierna, fra Fusarelli le esorta a «essere grate oggi» per il dono della chiamata, «da restituire al Padre attraverso una vita di misericordia e di letizia. Non riduciamo il carisma e la vocazione a una serie di regole da osservare oppure a un continuo cambio di modalità e di espressioni».

E riguardo alla crisi vocazionale, aggiunge: «Oggi che non pochi monasteri devono chiudere, spesso dopo secoli, abbiamo fiducia! Siamo affidati al Padre delle misericordie che resta fedele. Il dono della vocazione è vivo e anche tutto il bene profuso dalla comunità resterà dopo che essa non ci sarà più e vivrà con e in altre sorelle. Pensiamo ai monasteri che aprono e fioriscono in diversi Paesi del mondo: la nostra vocazione è viva!».

Lo testimoniano la professione dei primi voti il 28 giugno di suor Michela nel monastero di Manduria e lo scorso 3 luglio quella definitiva, di suor Gloria delle clarisse di Carpi, preceduta il 19 aprile da suor Maria Maddalena a Scigliano, solo per citare alcune delle ragazze che in Italia continuano a seguire le orme della madre Chiara.

avvenire.it

11 Agosto Chiara d’Assisi Anime aperte all’Infinito fanno crescere il Vangelo

La liturgia oggi ci mostra un Vangelo in grado di contagiare, diffondersi, affascinare e animare passando attraverso le relazioni autentiche che legano persone affini e anime profonde capaci di far spazio all’altro e a Dio. È la storia di santa Chiara d’Assisi, la cui santità si alimentò dalla testimonianza di san Francesco. Nel 1206 quando Franceso si spogliò dei propri abiti come segno di affidamento totale a Dio, infatti, una ragazza dodicenne, Chiara, rimase profondamente colpita da quel gesto. Sette anni dopo toccò a lei affidarsi totalmente al Signore proprio attraverso la guida di Francesco. Nella Regola per l’Ordine delle Sorelle Povere, la fondatrice partì dalla scelta di riporre ogni propria certezza nel cuore di Dio e formulò l’invito a dare alla propria vita la «forma del Vangelo». Chiara era nata nel 1194 e nel 1213 andò alla Porziuncola dove il santo le tagliò i capelli e le fece indossare il saio. Il padre tentò di riportare Chiara a casa ma lei trovò rifugio nella chiesa di San Damiano, dove nacquero le Clarisse, la cui prima regola fu dettata proprio da Francesco. Chiara morì nel 1253.

Altri santi. Sant’Alessandro il Carbonaio, vescovo (III sec.); beato Maurizio Tornay, martire (1910-1949).

Letture. Romano. Ez 12,1-12; Sal 77; Mt 18,21-19,1.

Ambrosiano. 1Cr 28,2-14; Sal 88 (89); Lc 11,14-20.

Bizantino. 2Cor 11-7; Mt 21,33-46.

Santa Chiara Vergine 11 agosto

Assisi, 1193/1194 – Assisi, 11 agosto 1253

Ha appena dodici anni Chiara, nata nel 1194 dalla nobile e ricca famiglia degli Offreducci, quando Francesco d’Assisi compie il gesto di spogliarsi di tutti i vestiti per restituirli al padre Bernardone. Conquistata dall’esempio di Francesco, la giovane Chiara sette anni dopo fugge da casa per raggiungerlo alla Porziuncola. Il santo le taglia i capelli e le fa indossare il saio francescano, per poi condurla al monastero benedettino di S.Paolo, a Bastia Umbra, dove il padre tenta invano di persuaderla a ritornare a casa. Si rifugia allora nella Chiesa di San Damiano, in cui fonda l’Ordine femminile delle «povere recluse» (chiamate in seguito Clarisse) di cui è nominata badessa e dove Francesco detta una prima Regola. Chiara scrive successivamente la Regola definitiva chiedendo ed ottenendo da Gregorio IX il «privilegio della povertà». Per aver contemplato, in una Notte di Natale, sulle pareti della sua cella il presepe e i riti delle funzioni solenni che si svolgevano a Santa Maria degli Angeli, è scelta da Pio XII quale protettrice della televisione. Erede dello spirito francescano, si preoccupa di diffonderlo, distinguendosi per il culto verso il SS. Sacramento che salva il convento dai Saraceni nel 1243. (Avvenire)

Patronato: Televisione

Etimologia: Chiara = trasparente, illustre, dal latino

Emblema: Giglio, Ostia
Martirologio Romano: Memoria di santa Chiara, vergine, che, primo virgulto delle Povere Signore dell’Ordine dei Minori, seguì san Francesco, conducendo ad Assisi in Umbria una vita aspra, ma ricca di opere di carità e di pietà; insigne amante della povertà, da essa mai, neppure nell’estrema indigenza e infermità, permise di essere separata.

da santiebeati.it