Stringere la mano? C’è modo e modo. E ora lo psicologo ci consiglia come

S i fa presto a dire «how do you do?». O magari «enchanté!». O ancor più banalmente «piacere mio». Il punto è come stringiamo la mano al momento di presentarci. Perché da questo primo impatto, dal modo in cui porgiamo o rispondiamo al ‘cinque’ tesoci dall’interlocutore che abbiamo davanti, può dipendere il futuro e la solidità di una relazione umana o di un rapporto professionale. Questo almeno secondo lo psicologo inglese Geoffrey Beattie, docente all’università di Manchester, che ha avuto dalla Chevrolet l’incarico di testare il modo di presentarsi dei suoi connazionali. Scoprendo che nel 70 per cento dei casi il primo contatto ‘manuale’ rivela insicurezza e mancanza di fiducia in se stessi. Di qui l’elaborazione di un vero e proprio ‘dodecalogo’: dodici parametri che vanno assolutamente rispettati se si vuol dare la giusta impressione. A scorrerli, è difficile sottrarsi al sospetto di un’ennesima scoperta dell’acqua calda. Un esempio per tutti: che il palmo della mano sia sempre fresco e asciutto. Ci voleva lo strizza­cervelli per insegnarcelo?

avvenire 17 luglio 2010