Si rompe il braccio per non cadere dal bus

REGGIO EMILIA. Una signora sale sull’autobus, ma l’autista parte con le porte aperte proprio mentre la passeggera mette piede sul mezzo. Per non cadere, la donna si aggrappa al primo appiglio che trova sul bus. Ma l’inerzia è troppo forte e lo strattone provoca alla rottura della spalla della malcapitata.

Un episodio avvenuto il 29 maggio scorso alle 9.24 al capolinea del villaggio Foscato, con pesanti conseguenze per Graziella Vezzosi, che dopo il ferimento ha deciso di raccontare la vicenda alla Gazzetta. «Vi scrivo per unirmi al coro di lamentele nei confronti degli autisti degli autobus pubblici di Reggio Emilia, raccontandovi la mia esperienza» è l’incipit della lettera spedita dalla donna, che fa riferimento all’iniziativa del “libro bianco” sui trasporti di Reggio. Un dossier pubblicato sul nostro sito, nel quale sono raccolte le polemiche e le segnalazioni che di volta in volta vengono spedite in redazione: progetto nato per riportare in primo piano il tema della sicurezza e tentare di rimettere pace tra passeggeri e Seta, società che gestisce il tpl.

«L’autobus era già arrivato ed era fermo con le porte aperte – riporta la passeggera – Stavo salendo dalla porta posteriore per prendere posto, quando l’autista, che stava parlando al cellulare, è partito con le porte aperte. Per non cadere sull’asfalto mi sono aggrappata al mezzo come meglio potevo e ho sentito un forte dolore al braccio sinistro. L’autista, accortosi dell’accaduto non si è minimamente scusato, anzi, con tono quasi scocciato, mi ha detto che non stava partendo e che voleva solo spostare l’autobus… Purtroppo non c’erano testimoni presenti all’accaduto. Era la mia parola contro quella dell’autista. Scossa dall’episodio e dall’indifferenza dell’autista non ho avuto la prontezza di chiamare il 118. Verso fine mattinata il dolore è divenuto insopportabile e così mi sono recata al pronto soccorso dove mi hanno diagnosticato una rottura della spalla sinistra e del tendine. Sono stata costretta all’immobilità dell’arto per la frattura alla spalla e dovrò sottopormi ad intervento chirurgico e fisioterapia per il tendine e per riacquistare la funzionalità del braccio sinistro».

La vicenda si è per ora conclusa con un calvario personale da parte della donna, che dovrebbe rimettersi nel giro di 8 mesi. Un tempo lungo, che ha mutato il normale trascorrere della vita della donna, senza contare le spese mediche che sta affrontando di tasca propria. «Al danno fisico che questa esperienza mi ha causato- scrive Vezzosi – si aggiunge un’amarezza profonda per il comportamento insensibile e menefreghista dimostrato dall’autista, invece di essere responsabile del mezzo e attento all’incolumità dei passeggeri come dovrebbe».

fonte Gazzetta di Reggio