Si apre ancora una volta sotto il segno della violenza una delle settimane più difficili della recente storia egiziana

Il Cairo, 19. Si apre ancora una volta sotto il segno della violenza una delle settimane più difficili della recente storia egiziana. Questa mattina mattina alcuni razzi hanno ucciso 25 membri delle forze di sicurezza egiziane a Rafah, nel nord del Sinai. Ha intanto preso il via a Bruxelles la riunione straordinaria del comitato politico e di sicurezza dell’Ue sull’Egitto. Gli ambasciatori dei 28, in vista del vertice dei ministri degli Esteri in programma nei prossimi giorni, sono chiamati a fare il punto della situazione per trovare posizioni e azioni comuni sulla crisi.
Il presidente del Consiglio Ue, Hermann van Rompuy, e il presidente della Commissione europea, José Manule Durão Barroso, hanno lanciato ieri un messaggio molto chiaro alla leadership del Cairo: l’Europa è pronta a rivedere le sue relazioni con l’Egitto se non cesseranno subito le violenze e se non ci sarà un ritorno a un percorso democratico. A rischio c’è infatti la stabilità dell’intera regione mediorientale, con “conseguenze imprevedibili”. Deve quindi “essere evitata ogni ulteriore escalation” hanno ammonito Barroso e van Rompuy, perché “non c’è alternativa al dialogo”. Per questo “tutte le forze politiche” devono “impegnarsi di nuovo” in un “processo politico che porti presto a nuove elezioni e alla nomina di un governo civile”, mentre “l’esercito egiziano deve rispettare e sostenere questo processo”.

(©L’Osservatore Romano 19-20 agosto 2013)