Settimana sociale. Pubblicato l’Instrumentum Laboris: Il lavoro sia degno

La 48.ma Settimana sociale dei cattolici italiani si avvicina (si svolgerà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre) e il Comitato scientifico e organizzatore ha pubblicato l’Instrumentum Laboris. Otto capitoli 75 paragrafi, ma soprattutto l’indicazione di un percorso che punta eliminare le criticità presenti, a valorizzare le buone pratiche esistenti e costruire occasioni di nuova occupazione.

Il lavoro, si legge nel documento firmato dal presidente del Comitato, l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, «è degno quando rispetta la vita delle persone e dell’ambiente, il ritmo e i tempi della vita» e quando «viene prima del risultato economico». Di conseguenza, scrivono i vescovi, «il lavoro che vogliamo è libero, creativo, partecipativo, solidale».

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Tra le criticità il testo elenca i giovani che non lavorano, il lavoro «troppo precario», il caporalato, il lavoro femminile poco e malpagato, il sistema educativo inadeguato a preparare al lavoro, il lavoro pericoloso e malsano. A fronte di questo sono più di 400 le buone pratiche censite per “imparare da coloro che sono riusciti a vincere la sfida di creare valore economico e buon lavoro”. Dal settore agricolo a quello manifatturiero, socio-assistenziale o artistico-culturale. Qualità e innovazione per vincere la sfida della competizione globale, capacità di inclusione di giovani donne immigrate e persone svantaggiate, capacità di “capire in profondità desideri e istanze della persona umana”, costruzione di “legami tra istituzioni formative e mondo del lavoro in modo sempre più intelligente e creativo”, esperienze di “rigenerazione urbana” e di conciliazione lavoro–famiglia, capacità di creare valore economico “in modo socialmente ed ambientalmente sostenibile” perseguendo una “stretta integrazione con il territorio e le comunità locali”. Segnali, osservano gli estensori dell’Instrumentum, che “la speranza non è morta”.

Non mancano poi indicazioni di prospettiva, soprattutto in merito a riforme ormai indilazionabili per creare nuove occasioni di occupazione. Secondo il documento, è necessario, fra l’altro, ridurre il “cuneo” fiscale” e i tempi della giustizia civile “che frena gli investimenti, la creazione d’impresa, aumentandone enormemente i costi attesi, e affrontare la questione della difficoltà dell’accesso a fonti di finanza esterna. Grave “la scarsa attenzione alle piccole imprese, che pure sono la parte preponderante del nostro sistema economico e della sua capacità di creare buon lavoro” e “assolutamente miope e contrario alla tutela e alla salvaguardia della dignità del lavoro usare come unico criterio quello del massimo ribasso di prezzo, ribasso che costringe di fatto le imprese ad avvilire il lavoro, a fornire servizi di qualità scadente o finisce paradossalmente col favorire le organizzazioni criminali che hanno costi di finanziamento minori (mediante forme di riciclaggio anche sofisticate di denaro proveniente da attività illecite) e/o organizzazioni che eludono il fisco riducendo i propri costi”. Infine, “un pilastro fondamentale nelle politiche economiche è quello di una strategia per rimettere in pista gli scartati e gli esclusi sempre più numerosi nel nostro Paese”.

“Sulla realtà del lavoro si gioca il futuro di una società ed anche la responsabilità dei cattolici nella costruzione del bene comune”, conclude il testo. “La Settimana sociale di Cagliari ci stimola ad abbandonare gli idoli del nostro tempo che sono il consumo e la massimizzazione del profitto”.

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