Segni credibili del Vangelo

La testimonianza della vita cristiana e le opere buone hanno la forza di attirare gli uomini alla fede e a Dio. (Catechismo 2044)
Come Cristo è il sacramento dell’incontro con Dio, il cristiano deve esserlo dell’incontro con Cristo. Il sacramento è un segno efficace, che rende presente quello che significa. Come Cristo rende presente Dio in tutto ciò che dice e compie, il cristiano deve rendere presente Cristo col suo agire. Questo non è un operare solitario e privato, ma sociale e pubblico: davanti agli altri. Il cristiano assume questo dato come un compito: diventare col proprio vissuto sacramento di Cristo, segno inverante e credibile di Cristo per gli altri. Dare così al proprio agire un carattere evangelizzatore, di testimonianza del vangelo, che attira gli altri alla fede e a Dio.
L’agire morale non è tutto nel rapporto con la legge, che l’approva o disapprova, ma è aperto agli altri, al riverbero su di loro. Così da interrogarci sulla qualità del riverbero: sono io, col mio agire, per gli altri, un segno trasparente e attraente di Cristo? o un segno distorcente e respingente? Ed assumere così la responsabilità insieme etica ed evangelizzatrice dei propri comportamenti. Interrogativi e responsabilità di un soggetto singolo ma anche di un soggetto plurale: una comunità che s’interroga sulla credibilità evangelizzatrice delle proprie scelte, dei propri stili di vita, delle relazioni tra i membri.
È il vangelo a sollecitare questa coscienza pubblica. Il cristiano – osserva Gesù con dire allegorico – è come «la città collocata su un monte», la quale «non può restare nascosta» e non essere vista. È come “la lampada”, che non viene accesa «per metterla sotto il moggio, ma sopra il candelabro, perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa». «Così – esorta Gesù – risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,14-16). Il cristiano non può disattendere questa portata sociale, politica – «davanti agli uomini» – del proprio agire. La sua trasparenza sacramentale, la sua credibilità per gli altri è criterio e misura di bontà morale.

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