Se l’articolo neutro “disarticola” la realtà

Leggerezze. “Corsera” (22/12, p. 19): Kristina Schroeder, ministro del Governo tedesco, è imbarazzata nel parlare a sua figlia – Lotte – di Dio con l’articolo «der», al maschile, e propone: «Gott», sì, ma col neutro, «das». Dunque «ciascuno dovrebbe decidere per conto proprio». Discussioni anche da noi? Ma notando che in italiano il neutro non c’è. Sta a vedere che anche qui ci sarà la manina “vaticana”, per impedire altre incertezze al governo del Paese! E i giornali? Molti hanno ricordato Giovanni Paolo I e il suo «Dio padre, ma anche madre», dimenticando come sempre che citava nientemeno Isaia, novità di 2.700 anni fa e qualcuno – tra “Pubblico” e “Fatto” – ha osservato beffardo che una volta su Dio si parlava del «Verbo» (Logos), e ora si è scesi all’articolo. Che dire? Che quel «ciascuno dovrebbe decidere per conto proprio» è segno dei tempi apparentemente libertari, ma confusi nel rifiuto della realtà e nella negazione di un ordine detto naturale. Ciascuno si fa il suo “ordine”. Padre e madre? No. Genitore 1, genitore 2 e – perché no? – anche 3! E non per circostanze straordinarie – penso alla “Nomadelfia” di Don Zeno Saltini degli anni del secondo dopoguerra – ma per legge reclamata in nome della libertà e dell’uguaglianza democratica e progressista. Un po’ per scherzo, ma non solo: e perché solo sugli articoli? Si potrebbe pensare che ciascuno decida per conto proprio anche sui nomi… Calunnia, scalogna, gogna, vergogna, menzogna, bisogna, fogna, tigna, lagna ecc… Tutti al femminile! E perché mai? «Ciascuno decida per conto proprio»! La chiamano teoria del “gender”, e si offendono se si dice che presa in un certo modo, soprattutto pensando alla storia della Germania e dell’Europa, «minaccia la pace». E forse c’è poco da ridere.

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