Se a scuola rinasce la biblioteca

​Dimmi che biblioteca hai e ti dirò che scuola sei. In questi tempi di crisi dell’istituzione scolastica, affetta anche da tagli economici indiscriminati, è un’utopia persino pensare alla presenza di una biblioteca in un liceo. Ma per Carla Ida Salviati, socia fondatrice dell’Associazione Forum del libro, esperta di biblioteche scolastiche oltre che direttore di La vita scolastica e delle altre riviste per la scuola dell’Editore Giunti non ci sono dubbi: «Entrando in una biblioteca scolastica si dovrebbe capire qual è il progetto didattico di quella scuola e il contesto sociale in cui opera, cioè il suo interesse per il quartiere e per l’ambiente circostante». L’Associazione Forum del libro ha recentemente divulgato un manifesto con cinque richieste al prossimo governo, essenziali per il rilancio e la promozione del libro e della lettura. Fra queste richieste, non a caso, è evidenziata l’urgenza di dare priorità alle biblioteche scolastiche anche attraverso la figura del bibliotecario scolastico specializzato. Insomma, le biblioteche dovrebbero essere lo specchio del “progetto scuola” di un Paese. Ed è interessante scoprire che lì dove funzionano, le biblioteche scolastiche si trasformano in un motore di crescita culturale e sociale: sono multimediali per vocazione, sono rinnovate nei titoli e diventano luoghi di studio e di approfondimento per gli studenti, di aggiornamento per i professori.

Come conferma anche Marco Roncalli dell’Editrice La Scuola, che di questi argomenti si occupa costantemente nelle sue riviste specializzate, in particolare Scuola italiana moderna, esistono in questo campo modelli di efficienza sull’intero territorio nazionale, pur se con la consueta concentrazione al Nord. La realtà più evoluta la troviamo in Alto Adige, con la rete delle biblioteche della provincia di Bolzano. Qui tutte le biblioteche sul territorio sono collegate le une con le altre: quelle delle scuole, quelle dei comuni e quelle di enti e associazioni. Gli acquisti sono coordinati e ottimizzati anche per evitare che in un piccolo centro la biblioteca comunale abbia titoli uguali a quelli della locale biblioteca scolastica. «Un caso di biblioteconomia studiato anche a livello internazionale», annota Salviati. Nel resto del Paese una realtà che si avvicina a quella altoatesina è la Rete bibliotecaria scuole vicentine (Rbsv) che raggruppa 64 biblioteche di 43 istituti scolastici di 15 diversi comuni, con un catalogo complessivo di 220 mila titoli, collegato a quello della storica Biblioteca Bertoliana. Di queste biblioteche, ben 47 esercitano il prestito esterno e interbibliotecario, che in alcuni casi sfiora i tremila libri l’anno. Nel suo complesso la situazione del Paese sfugge a qualsiasi tipo di catalogazione. E non è nemmeno pensabile di inquadrarla in numeri e statistiche, perché l’unico studio di settore l’ha sviluppato l’Università di Padova, ma per il solo territorio circostante, e ne sono emerse situazioni interessanti e sconosciute al di fuori dei ristretti ambiti sui quali insistono. Perché in Italia alcune scuole hanno biblioteche con fondi antichi dovuti a donazioni e lasciti di estinte istituzioni locali, ma, è ancora Salviati a parlare, «non esiste un censimento, né una mappa che consenta di conoscere quante siano queste realtà, che libri vi si trovino e in che stato di conservazione versino».

Nei fatti, l’assenza di progettualità, di aspettative e di finanziamenti che sta patendo la scuola italiana, trasforma le biblioteche scolastiche e le collegate promozioni alla lettura in problematiche ignorate. Là dove esistono situazioni di un certo livello le si devono a iniziative autonome, alla capacità di alcuni istituti di sfruttare al meglio l’opportunità di passati finanziamenti, alle abilità organizzative di singoli docenti o dirigenti scolastici. Emblematico il caso della biblioteca dell’Istituto comprensivo di Bella, comune di 5 mila abitanti in provincia di Potenza. Seimila titoli in catalogo, oltre 2000 prestiti l’anno, ma soprattutto il torneo di lettura. È stata realizzata nel 2001 con i finanziamenti del Programma per la promozione e lo sviluppo delle Biblioteche Scolastiche (Cc.Mm. 228/99 e 229/2000). Una realtà vitale, in rete con altre otto scuole di ogni ordine e grado dei vicini centri di Rionero, Barile, Muro Lucano, Ruoti e San Fele. Il responsabile è Mario Priore, docente di lettere alle medie, che ha nel dirigente scolastico Mario Coviello una spalla essenziale. «Siamo specializzati – spiega Priore – in letteratura per ragazzi e se non fosse per il taglio totale di finanziamenti da parte del ministero, la rete sarebbe ben più vasta. Noi ci autofinanziamo. Ogni scuola partecipa con 600 euro l’anno. Ma alcuni istituti non riescono nemmeno a trovare quella misera cifra. Così da 15 che eravamo tre anni fa siamo diventati 9. E, nel caso di Bella, non ci rivolgiamo soltanto ai ragazzi, ma abbiamo ricavato anche una sezione per i lettori adulti, non esistendo una biblioteca comunale, così restiamo aperti dalle 8 alle 16,30».

La vera anima di questa iniziativa è il torneo di lettura. «Ogni anno – prosegue Priore – con i responsabili delle scuole della rete chiediamo alle case editrici di inviare le loro nuove proposte di narrativa per le età fra i 9 e i 16 anni. Selezioniamo un testo per ognuna delle tre fasce di età coinvolte nel torneo: quarta e quinta elementare, medie, biennio delle superiori. Col nostro autofinanziamento compriamo i libri e li distribuiamo ai ragazzi. Sui libri, poi, prepariamo domande, rebus, cruciverba e altri giochi. Un torneo in tre fasi contrassegnate da incontri con gli autori: quest’anno sono già venuti Ugo Vicic e Alessandro Gallo, a marzo ci sarà Anna Lavatelli e ad aprile Antonio Ferrara. I premi, naturalmente, sono in libri». E il catalogo come lo aggiornate? «Ci sono i titoli inviati dalle editrici e non selezionati per il torneo.

Qualche libro lo compriamo. Abbiamo qualche donazione e non mancano persone che per i prestiti mettono a disposizione gratuitamente i loro libri». Una vera e propria sinergia con gli editori è stata avviata dalla biblioteca del Liceo Galluppi di Catanzaro e dalle biblioteche delle scuole limitrofe collegate in rete (il responsabile è il professorArmando Vitale), che per autofinanziarsi realizzano ogni anno una mostra mercato del libro. In giro per l’Italia ci sono anche spazi di “lettura” mirati nelle scuole per l’infanzia e in asili nido. Molto sono sorti grazie all’iniziativa “Nati per leggere”, in collaborazione con l’Associazione italiana biblioteche e l’Associazione culturale pediatri. Luoghi dove piccoli e piccolissimi familiarizzano con i libri, manipolandoli, ascoltandone la lettura. Fra le biblioteche delle scuole primarie, spicca il caso dell’elementare del popolare quartiere Borgoratti di Genova, che grazie all’interessamento del Comune (non aveva risorse per una biblioteca di quartiere) e al volontariato delle famiglie, si è aperta alla popolazione locale e, come conferma Salviati, che vive a Genova, «è molto frequentata».

libri

Roberto I. Zanini – avvenire.it