Scuola paritaria: Fernandez (Oidel), pluralismo educativo è “garanzia di società democratica”

“C’è una relazione significativa tra indice di libertà educativa e indicatori di responsabilità di governo ed efficacia. Il finanziamento delle Sng (scuole non governative) non si traduce in aumento della spesa pubblica per l’istruzione”. Ne è convinto Alfred Fernandez, direttore generale di Oidel che con la Fondazione Novae Terrae ha curato l’elaborazione dell’Indice globale 2015/16 sulla libertà di educazione. “Il nostro approccio è basato sui diritti umani”, ha detto oggi alla Camera dei deputati illustrando il rapporto nel corso di un convegno promosso dalle associazioni che rappresentano più di 13mila scuole paritarie e un milione di famiglie. Punto di partenza l’art. 5 della Dichiarazione Unesco sulla diversità culturale (2001): “Ognuno ha diritto a una educazione e formazione di qualità che rispettino pienamente la sua identità culturale”. Dei 136 Paesi analizzati solo tre impediscono l’istituzione di scuole non governative: Cuba, Gambia e Libia, mentre 84 la riconoscono costituzionalmente questo tipo di scuola garantendone la massima tutela. Ai primi cinque posti Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Malta e Danimarca, ma nei primi 15 figurano anche Cile, Corea del Sud, Israele e Perù. L’Italia si piazza soltanto in 47ma posizione. Per Fernandez, “c’è un obbligo di educazione paritaria, un obbligo statale”.  La Convenzione dell’Unesco sulla lotta contro la discriminazione nell’educazione (1960) “già affermava la necessità di rispettare la libertà di scelta educativa dei genitori, e nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo si afferma la garanzia di pluralismo educativo come garanzia di una società democratica. Dal pluralismo educativo dipende il pluralismo in generale e il rispetto per la diversità, ma per attuarlo servono finanziamenti pubblici”.

sir