Scuola: Gontero (Agesc), lettera aperta al presidente Mattarella

“La scuola” ha anche il compito di “destare lo stupore e riempire di bellezza la mente e il cuore affinché i ragazzi ne vengano afferrati. È vero, ci sono tanti problemi”, ma “noi genitori vogliamo, nonostante tutte le lacune evidenziate in questi giorni dai mass media, e purtroppo molte vere, ancora fidarci dei nostri insegnanti e dirigenti che come sempre sapranno offrire il meglio di se stessi per non tradire la propria vocazione”. Lo scrive in una lettera aperta Roberto Gontero, presidente dell’Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche), al presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico oggi a Sondrio. “Noi siamo pronti a lavorare per ricostruire con tutti i soggetti della scuola quel patto educativo famiglia-scuola che si è rotto nel corso di questi travagliati anni di continue riforme”, come quella sulla “buona scuola”, nella quale, osserva Gontero, “si fa fatica a vedere un progetto oltre a quello legato, anche legittimamente, alle sole immissioni in ruolo degli insegnanti”.

Ma “che delusione, signor presidente, per noi genitori delle scuole pubbliche paritarie non trovarci praticamente nulla che dia un po’ di riconoscimento ad un importante pezzo del sistema nazionale di Istruzione, così come previsto dalla legge 62/2000 e dalla Costituzione”. Un “mondo che viene da lontano e che reclama laicamente la parità scolastica come un diritto civile dei cittadini, da esercitare nelle scuole che hanno la funzione sociale di svolgere un servizio pubblico”. Essere “cittadini europei – sottolinea Gontero – per noi vuol dire avere gli stessi diritti dei cittadini degli altri Paesi del continente”. Di “queste e tante altre questioni ancora aperte (ad esempio il tema dell’educazione alle pari opportunità, le scuole dell’infanzia, i centri di formazione professionale), ma tutte molto preoccupanti, vorrei parlarle. Non potremo farlo a Sondrio, ma le chiedo la cortesia di un momento di confronto presso il Quirinale, la casa di tutti gli Italiani”, prima che “sia troppo tardi”, conclude Gontero.

sir