Ritorno a scuola, gli studenti ‘non è più quella di prima’

Non è più la scuola di prima. È questa l’impressione pressoché unanime degli studenti dopo la prima settimana di lezioni. A tracciare un bilancio parziale del ritorno sui banchi nel post lockdown sono i 3mila alunni di medie e superiori – tra quelli che hanno iniziato il 14 settembre – intercettati da un sondaggio di Skuola.net. Il 95% di loro, infatti, dice di aver trovato una serie di nuovi divieti e regole inedite, legate in qualche modo al Covid.

Le classi, in particolare, sembrano essersi trasformate in sale chirurgiche. In 9 casi su 10, ad esempio, è stato vietato agli studenti di mettere in pratica il quotidiano ‘mutuo soccorso’ che da sempre li contraddistingue: niente libri condivisi né penne, matite, gomme e fogli prestati. Così come, una volta finita la giornata, in più di 8 casi su 10 è stato impedito ai ragazzi di lasciare le proprie cose sotto il banco: tutti gli effetti personali devono essere portati a casa. Circa 1 su 4 sostiene, addirittura, che la scuola ha dato indicazioni precise anche su dove e come posizionare gli zaini: ad esempio, non devono essere mai poggiati per terra.

Regole ferree, nella maggior parte dei casi, anche sulla disposizione degli alunni: 3 su 4 hanno un posto (scelto o assegnato) fisso e non possono più cambiarlo. A proposito di banchi, sembra che le situazioni limite di completa assenza di banchi non siano così diffuse come appare dai social: solo il 5% degli studenti ha trovato posto su una sedia tradizionale e altrettanti sulla versione “più accessoriata” con l’optional della ribaltina. A farla da padrone i banchi singoli tradizionali (nel 67% dei casi), seguiti dai banchi biposto con disposizione modificata per garantire il distanziamento (nel 12% dei casi) oppure da un mix di entrambe le soluzioni (nel 9% dei casi). Al momento quasi una rarità i banchi innovativi, avvistati dall’1% degli intervistati. Senza dimenticare quel 17% che ha visto smembrare la propria classe a causa degli spazi limitati.

Ma le corpose revisioni dei regolamenti hanno risparmiato poco e niente della giornata scolastica. Più di 7 alunni su 10, sempre per mantenere il distanziamento, sono obbligati a fare la ricreazione al banco. Laddove sono presenti i distributori automatici, per oltre 1 su 2 sono inaccessibili. Limiti anche all’utilizzo del bagno: per l’84% degli studenti le regole sono cambiate; le più frequenti prevedono l’ingresso uno per volta o un numero massimo di volte in cui si può chiedere di uscire dall’aula (fermo restando che ci si debba andare solo in caso di reale necessità).

Al momento, tuttavia, le maggiore criticità sembrano essere più fuori che dentro le scuole: infatti il 77% degli studenti ammette di aver notato zero distanze tra gli alunni ai cancelli al momento dell’entrata. Nonostante 3 studenti su 4 confermino l’introduzione di turni d’ingresso: per la metà di loro la differenza rispetto al passato è minima (poco prima o poco dopo) ma per il 53% l’orologio è stato spostato – avanti o indietro – di parecchi minuti. Cosa che potrebbe creare dei problemi logistici ai ragazzi e alle loro famiglie.

Per chi utilizza il trasporto pubblico, in 1 caso su 3 è costretto ad arrivare molto in anticipo per via delle corse limitate, che non coincidono con i ritmi scolastici. Nel campione preso in esame, poi, circa la metà delle famiglie con figli deve accompagnarne come minimo due a scuola, molto spesso (40%) con orari diversi di ingresso gli uni dagli altri; imponendo una ridefinizione dell’agenda giornaliera o lunghe attese all’ingresso.

All’interno delle scuole le disposizioni anti-Covid sembrano invece funzionare un po’ meglio. Ad esempio, il gel igienizzante ha una copertura vicina al 100%: è a disposizione del 96% degli studenti intervistati e per 8 su 10 è presente non solo nella aree comuni ma anche in classe. Su altri aspetti, come le mascherine, il 56% se l’è dovuta portare da casa; inoltre, il 28% racconta che attualmente deve indossarla tutto il giorno, anche durante le lezioni. Il tema mascherine, tra l’altro, compare tra gli aspetti più spinosi e difficili da controllare visto che in 1 caso su 3, per evitare “distrazioni” da parte dei ragazzi, sono state decise delle “punizioni” per chi non le indossa quando dovrebbe. (ANSA).