L’Osservatore Romano
«Un
incontro molto strategico» in vista della Lambeth Conference che si
svolgerà a luglio, la decennale plenaria dei vescovi anglicani di tutto
il mondo: così è stato definito l’incontro dei 36 sui 40 leader della
Comunione anglicana previsto dal 13 al 15 gennaio in Giordania. L’evento
sarà ospitato dall’arcivescovo anglicano di Gerusalemme, Suheil Dawani,
responsabile di un territorio che si estende tra Israele, Territori
palestinesi, Giordania, Siria e Libano. Domenica 12 gennaio si terrà un
incontro preliminare per i nuovi primati, eletti o nominati sin dal
precedente incontro dei primati nell’ottobre 2017. Il
16 gennaio, dopo aver celebrato insieme la messa e riaffermato i voti
del battesimo sul luogo dove Gesù fu battezzato, i vescovi
parteciperanno a due pellegrinaggi distinti: un primo gruppo si dirigerà
verso il Monte Nebo mentre l’altro attraverserà la riva occidentale del
fiume Giordano per visitare Gerusalemme e Betlemme.
L’incontro
rappresenterà «una parte importante nel processo di riflessione ed
evoluzione, da quando Justin Welby è diventato arcivescovo di
Canterbury», ha dichiarato un portavoce durante l’incontro con la stampa
organizzato dai responsabili della Comunione anglicana. Un processo
iniziato il giorno successivo alla sua presa di funzioni nella
cattedrale di Canterbury, «quando Welby incominciò ad incontrare i
vescovi in vari gruppi e si recò nelle loro diocesi, una prassi che
segue tuttora appena un nuovo vescovo viene eletto». L’evento sarà un
«momento chiave» durante il quale si studierà in particolare il
programma della Lambeth Conference, elaborato da un gruppo di lavoro.
Sarà sottoposto al vaglio dei primati «in uno spirito di collegialità»
per avere le prime impressioni di ognuno in vista del grande evento di
quest’estate. Attraverso la preghiera, fa inoltre notare la Chiesa
anglicana, alcuni membri della Comunità di Sant’Anselmo — il recente
movimento monastico di giovani con sede a Lambeth Palace — saranno
presenti a questa assemblea dei vescovi, «che si svolge in un luogo così
vicino al sito del battesimo di Gesù».
Come
per l’ultima conferenza di Lambeth, alcuni vescovi africani
appartenenti al Global Anglican Future Conference (Gafcon) — una rete
costituitasi nel 2008 a Gerusalemme in occasione di un incontro svoltosi
per protestare contro alcune decisioni relative all’episcopato
femminile e all’ordinazione di vescovi dichiaratamente omosessuali —
hanno indicato che non avrebbero partecipato a questo incontro in
Giordania, ribadendo tuttavia il loro impegno a «camminare insieme a
distanza». Si tratta dei primati della Nigeria, del Rwanda e
dell’Uganda, gli arcivescovi Nicholas Okoh, Laurent Mbanda e Stanley
Ntagali.
Per
quanto riguarda la quindicesima Lambeth Conference — incontro a
scadenza decennale che riunisce i rappresentanti della Comunione
anglicana — si terrà a Canterbury dal 23 luglio al 2 agosto 2020. Il
tema scelto per la conferenza — «Chiesa di Dio per il mondo di Dio» —
ricorda che «la Chiesa non esiste per se stessa, da sola, ma per essere
missionaria», ha detto l’arcivescovo Thabo Makgoba di Città del Capo.
«Noi anglicani — ha aggiunto il presule — vogliamo dire al mondo che
siamo lì come costruttori di ponti, lì per la pace, per rispondere ai
bisogni della società e nonostante le nostre fratture per guardare alla
crescita e restaurare la fiducia nel mondo». Il programma prevede tempi
di preghiera, di riflessione e di dialogo, di studio della Bibbia.
Verranno determinate le priorità della Comunione anglicana per il
decennio a venire e si prenderanno impegni comuni su come la Chiesa
potrà affrontare le questioni globali e le necessità umane. Più di 1.000
vescovi provenienti dalle 40 provincie della Comunione anglicana e
dalle cinque regioni extra provinciali sono stati invitati e metà di
loro hanno già confermato la propria partecipazione.
L’Osservatore Romano, 10-11 gennaio 2020