Reggio Emilia, in centinaia alla Via crucis con il vescovo

REGGIO EMILIA. E’ partita dal sagrato della basilica della Ghiara per raggiungere la catterale attraversando Corso Garibaldi e via Farini. Tantissimi i reggiani che hanno preso parte alla tradizionale via Crucis. E su tanti davanzali sono stati accesi tradizionalmente i lumini in segno di partecipazione a uno dei riti pasquali più sentiti dai fedeli.

Una volta raggiunta cattedrale, alla meditazione del vescovo Massimo Camisasca sono seguite l’adorazione della Croce e la raccolta per le chiese della Terra Santa. La preparazione e l’animazione della via Crucis sono state affidate al movimento Familiaris Consortio che proprio quest’anno ricorda i 25 anni della morte di monsignor Pietro Margini.

La processione era stata preceduta, alle 18.30 nella chiesa di San Prospero, dalla liturgia della Passione del Signore presiduta da monsignor Massimo Camisasca. Al centro dell’omelia il concetto di morte come rinascita.

«La morte – ha detto il vescovo – non è la parola definitiva. Essa è semplicemente una condizione per l’affermarsi della vita. La nostra esistenza è un cammino di trasformazione dall’uomo vecchio all’uomo nuovo. In questo cammino il sacrificio e la morte costituiscono una porta d’accesso misteriosa alla pienezza della vita».

E ancora: «Tutte le filosofie e le religioni nascono dal desiderio di esorcizzare la morte. Essa sta davanti a noi come un interrogativo ultimamente insoluto. Se noi siamo fatti per la vita perché la morte? Se siamo fatti per la felicità perché il dolore della separazione e del sacrificio? Se siamo fatti per la comunione perché la divisione, l’invidia, la rottura dei rapporti che ci costituiscono?

“L’evento della passione e morte di Gesù – che questa sera viviamo in modo solenne, ma che riaccade ogni volta che celebriamo il sacrificio eucaristico – entra proprio dentro questi interrogativi radicali, nelle domande che l’uomo di ogni tempo e di qualsiasi latitudine, indipendentemente dalla sua condizione, dalla sua fede e dalla sua cultura, ha avvertito e avverte vivi in fondo al suo cuore».

 

 

Il triduo pasquale proseguirà oggi, domenica: il prologo alle 7.40 con l’ufficio dilettura delle lodi mattutine. Poi inizieranno le soste in silenzio e la preghiera davanti al sepolcro; è l’unico giorno in cui non ci sono celebrazioni nelle chiese e i tabernacoli restano vuoti.

 

 

Infine, in cattedrale la veglia pasquale con le liturgie domenicali aperte dal rito della luce (benedizione del fuoco in piazza del duomo, accensione di un nuovo cero e canto di esultanza) cui faranno seguito il canto di gloria, lo scioglimento delle campane e la liturgia del battesimo (17 i catecumeni che riceveranno la confermazione oltre al figlio di due di loro). Tutto si concluderà con il rinnovo delle promesse preparate nei 40 giorni di quaresima.

Gazzetta di Reggio