Reflessione su Vangelo del Giorno / Ven. 13 Marzo del gruppo giovani UP

Matteo 21, 33-45 33

Ascoltate un’altra parabola: C’era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l’affidò a dei vignaioli e se ne andò.  Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto.  Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l’altro lo uccisero, l’altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo.  Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio!  Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l’eredità.  E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l’uccisero.  Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?».  Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo».  E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri?  Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare.  Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà».  Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta.

“C’era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l’affidò a dei vignaioli e se ne andò”. La vigna di cui si parla è la nostra vita. Una vigna che non abbiamo voluto noi, che non abbiamo piantato noi, ma che ci è stata affidata. Tutte le volte che mi è capitato di leggere questa frase sono sempre rimasta stupita dall’enorme fiducia che Dio ha nei nostri confronti, ma mi rendo anche conto che molto spesso me ne dimentico. Nei momenti di difficoltà mi capita di pensare di essere stata abbandonata da Dio, di volere una linea guida precisa da seguire, ma d’altro canto nei momenti felici mi capita di sentirmi completamente padrone della vita e di poterne fare qualsiasi cosa. Di solito una sussegue l’altra: il delirio di onnipotenza porta a cadere e a cercare conforto. Dio è dentro ad ogni nostra sensazione ci permette di ripartire ogni volta che lo desideriamo con la stessa fiducia che aveva riposto in noi la prima volta.