Quella stella nel cielo

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Forse dovremmo anche noi provare ad affacciarci un po’ di più ad ammirare i nostri cieli notturni, magari trovando i segni di un vicino punto di svolta per questo 2021 e per gli anni a venire
05 gennaio 2021 / Osservatore

La stella di Betlemme è forse la più evidente e famosa testimonianza di un evento astronomico che ci sia arrivata dagli antichi, nonostante la sua effettiva natura sia ancora oggi un mistero. Già il modo in cui la chiamiamo in italiano, “stella cometa”, racchiude un misterioso ossimoro: le due parole non hanno nulla a che fare l’una con l’altra, essendo la cometa un piccolo sasso ghiacciato che orbita attorno al Sole e la stella una gigante palla di gas che resta “ferma” per millenni nel nostro cielo. In parte è colpa di Giotto: il maestro dipinse la stella di Betlemme come una cometa dopo aver avuto la grande fortuna, probabilmente, di ammirare la cometa di Halley, imprimendo per sempre l’immagine nella memoria collettiva.

Moltissimi studiosi si dedicarono a dare la loro interpretazione su cosa potesse essere accaduto nei cieli a cavallo dell’anno zero. Keplero riuscì con la matematica a “riavvolgere il nastro”, ricostruendo la posizione dei pianeti nel cielo di 1600 anni prima, per poi scoprire che nel 7 a. C. Giove e Saturno sarebbero stati interessati da una congiunzione, ovvero da quel fenomeno che altro non è che la sovrapposizione nella nostra volta celeste di due corpi celesti, come due pianeti: quando questi sono sufficientemente luminosi i due astri brillano come un solo punto molto luminoso.

La stessa cometa di Halley non è da lasciare fuori dai giochi: il suo passaggio più prossimo all’anno zero si verificò nel 12 a. C., probabilmente ammirata da molti terrestri dell’epoca. Ancor più vicino alla nascita di Gesù dovrebbe essere stato un evento del 5 a. C. il cui racconto ci è arrivato tramite gli astronomi cinesi. Probabilmente una Nova: questo evento, che non dura in genere più di qualche giorno, è dovuto a un sistema di due stelle che si fanno così vicine da scambiarsi del materiale. La stella più piccola si trova a “mangiare” una quantità enorme di elio e idrogeno dell’altra, scatenando esplosioni che fanno schizzare in alto la luminosità dei due astri. Alla fine dell’evento, pochi giorni o settimane più tardi, le due stelle tornano a una luminosità vicina a quella iniziale, letteralmente “sparendo” dal palcoscenico della volta celeste.

Anche se non è chiara la natura della possibile stella di Betlemme, è probabile che i cieli di quegli anni abbiano visto una grossa quantità di fenomeni spettacolari, quasi a salutare una svolta nella storia dell’umanità.

E forse dovremmo anche noi provare ad affacciarci un po’ di più ad ammirare i nostri cieli notturni, magari trovando i segni di un vicino punto di svolta per questo 2021 e per gli anni a venire.

di PAOLO MARZIOLI