Quali rivoluzione sarebbe per le nostre parrocchie poter sperimentare davvero che il perdono del Signore non fa attendere e non si può attendere

confessione

Trovare un confessore sia nei giorni feriali che festivi non è facile; in alcuni casi ed in certi momenti della giornata non è nemmeno pensabile. È come se per chiedere e trovare il perdono, ci fossero degli orari oltre i quali bisogna rimandare la questione all’indomani o ad un altro giorno. Ci sono parrocchie che, anche sul web, indicano i tempi in cui potersi accostare al Sacramento della Riconciliazione – qualcosa del tipo “aperti dalle ore 17.30 alle 18.30 dal lunedì al venerdì” – ma non è ben chiaro il senso della comunicazione o forse sì: è scritto per fare un servizio utile ai fedeli in ricerca o per dire che è inutile passare in altri orari poiché tanto non troverete nessuno?

Puntando naturalmente sulla buona fede e consapevoli dell’esiguo numero di sacerdoti, spesso con tantissimi impegni, in occasione del Giubileo dovremmo attenderci però una rivoluzione in questo “campo”! Fuori da ogni chiesa e sulle loro pagine web o social, come sarebbe bello se ci fosse scritto: “Bussate e vi sarà aperto” ad ogni ora, poiché il perdono del Signore non fa attendere e non si può attendere, perché chi ha il cuore in tempesta non può rischiare di naufragare nella disperazione.

Qualcuno dirà che anche i sacerdoti hanno necessità di riposare, di avere del tempo per sé, mentre così potrebbero persino essere svegliati nel cuore della notte. Ma non sarebbe forse questo risveglio notturno motivo di “perfetta letizia”? Non sarebbe forse motivo di gioia per un confessore aver aperto la sua porta, quella della canonica o della chiesa, ma soprattutto quella della misericordia seppur “fuori orario”? Qualcun altro affermerà che le parrocchie o gli istituti religiosi non sono dei supermercati o distributori aperti 24 ore su 24, che poi qualcuno rischierebbe di trovarsi davanti un malintenzionato; eppure non sono proprio i malati/malintenzionati che hanno necessità del medico?

Quanti “Innominati” di oggi vanno alla ricerca dell’abbraccio di un prete che non si “nasconda” come don Abbondio, ma sappia accoglierli con le parole e la vita – come il cardinale Federigo di manzoniana memoria – «san Carlo non si sarebbe trovato nel caso di dibattere se dovesse ricevere un tal uomo: sarebbe andato a cercarlo. Fatelo entrar subito: ha già aspettato troppo»; e ancora nel dialogo a cuore aperto: «”oh!” disse: “che preziosa visita è questa! e quanto vi devo esser grato d’una sì buona risoluzione; quantunque per me abbia un po’ del rimprovero!” “Rimprovero!” esclamò il signore maravigliato, ma raddolcito da quelle parole e da quel fare, e contento che il cardinale avesse rotto il ghiaccio, e avviato un discorso qualunque. “Certo, m’è un rimprovero,” riprese questo, “ch’io mi sia lasciato prevenir da voi; quando, da tanto tempo, tante volte, avrei dovuto venir da voi io”».

Che spettacolare “pronto soccorso della fede” si metterebbe in campo con la collaborazione ed il sostegno dei laici, magari con un turn over perché non si gravi sempre sulle stesse persone! Anche uno solo per le diocesi piccole e più di uno in quelle grandi oppure a turno nelle diverse comunità ecclesiali, cosicché tutta questa Grazia sia per tanti.

vinonuovo.it