Prostituzione cinese, a Reggio il centralino che rispondeva ai clienti

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REGGIO EMILIA. Il centralino era a Reggio. Gli appartamenti in cui le regazze si prostituivano a Castel San Pietro Terme, Bologna e Modena. Per trovare i clienti, pubblicavano annunci sui giornali locali: inserzioni con avvenenti ragazze nude o seminude che offrivano massaggi.

E’ il giro di sfruttamento della prostituzione scoperto dalla Squadra mobile di Imola in collaborazione con i colleghi di Reggio. A essere arrestate, su ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Bologna, sono state quattro persone: marito e moglie cinesi residenti a Reggio in via Turri, Jian Jin 42 anni e Oing Ye, e un’altra coppia Giorgio Bonato 57 anni e Liangmai Chen.

Una indagine durata sei mesi e fatta di appostamenti, ha permesso gli investigatori di scovare in pieno centro a Imola un appartamento in cui le ragazze ricevevano i clienti. Dove, di tanto in tanto, i due uomini si recavano per rifornirle di cibo e tutto il necessario per vivere e lavorare, come salviette e preservativi. Le due donne arrestate, invece, avevano il compito di tenere i contatti con i clienti, a comunicare il loro arrivo alle prostitute che di solito non sapevano neppure parlare l’italiano e ricevevano il resoconto degli incassi.

Le sfruttatrici non si facevano scrupolo di sollecitare le connazionali di soddisfare ogni richiesta dei clienti, compreso concedere rapporti non protetti. Le tariffe poi, andavano dai 30 ai 100 euro.

A essere indagati ci sono altri tre italiani e una donna cinese, residenti tra Reggio e Modena.

Nel corso delle indagini, sono stati sequestrati 9mila euro in contanti, ritenuti provento dell’attività illecita. Ma il sospetto degli investigatori è che altre somme siano già state trasferite in Cina attraverso il Money Transfer: lo confermerebbero numerose ricevute trovate in possesso degli indagati. Nell’ultimo periodo, ammontavano a 13mila euro.

Gazzetta di Reggio