Progetto. AAA cercasi quaderni di scuola (meglio se vecchi). Per riscrivere la storia

Uno degli oltre mille temi scolastici raccolti da Quaderni aperti

Uno degli oltre mille temi scolastici raccolti da Quaderni aperti

Il più vecchio è datato 1870, quando l’Italia era unita da nemmeno dieci anni ed è la prima tessera di un puzzle che, al momento, conta più di mille pezzi. Tanti sono i quaderni di scuola raccolti, dal 2004 ad oggi, dall’associazione Quaderni aperti di Milano che vuole creare un vero e proprio archivio digitale con contributi dall’Italia e da tutto il mondo. Ad oggi sono un migliaio i quaderni catalogati e oltre quattrocento quelli provenienti da 27 Paesi del mondo, dall’Argentina all’Australia, dalla Tunisia al Pakistan, dalla Russia al Ghana. Un patrimonio di temi scolastici con cui Quaderni aperti vuole rileggere la storia attraverso lo sguardo dei bambini, per mettere in comune le esperienze dell’infanzia e creare ponti tra culture.

«Linguaggio fresco ed immediato»

«Il progetto – racconta Thomas Pololi, promotore di Quaderni aperti – è nato quasi per caso. Sono partito dai miei quaderni di scuola e, fin da subito, sono stato colpito dalla scrittura ancora infantile ma molto fresca, vivace ed immediata. A distanza di tanti anni dai miei trascorsi alle elementari, sono rimasto colpito dall’evoluzione della calligrafia, dalla cura delle copertine e dei disegni. Così, ho cominciato a raccogliere i quaderni di amici e parenti fino a quando il progetto non ha preso piede e, nel 2014, abbiamo fondato l’associazione».

Una raccolta fondi per arricchire l’archivio

In questi quasi quindici anni di raccolta di quaderni di scuola, l’associazione ha costruito un grande archivio che ora ha la necessità di essere catalogato e digitalizzato. Per farlo servono circa 15mila euro che Quaderni aperti vuole raccogliere con un’iniziativa di crowfunding lanciata su Produzioni dal basso. Le donazioni saranno utilizzate per la trascrizione di testi da 16 lingue diverse e la catalogazione dei contenuti dei quaderni, per la digitalizzazione di tutti i quaderni, per un totale di oltre 20mila pagine, che andranno a costituire l’Exercise Books Archive, per la traduzione in inglese di circa 200 contenuti selezionati e la creazione di un nuovo sito internet.

I cambiamenti visti con gli occhi dei bambini

Da qualche anno, l’associazione ha avviato anche l’analisi dei testi dei temi, realizzando una mostra, nel 2015, in collaborazione con l’Università Cattolica. «Di questi temi colpisce l’inaspettato – sottolinea Pololi -. Sfogliando i quaderni degli anni di guerra ci si aspetterebbe di trovare come i bambini dell’epoca vissero quel periodo terribile. In alcuni casi questo c’è, ma c’è anche il racconto di un’infanzia che, nonostante tutto, si sforzava anche di essere felice, di giocare e divertirsi, come fanno tutti i bambini del mondo a tutte le latitudini. Attraverso lo sguardo dei bambini, scopriamo così una nuova storia e possiamo rileggere i cambiamenti sociali intervenuti in questi decenni. Vogliamo valorizzare questo racconto dell’infanzia, italiana e non, per creare nuovi ponti tra persone, culture e generazioni, lanciando, attraverso le parole dei più piccoli, un messaggio di coesione e di pace».

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