PRESENTAZIONE DELL’OFFERTA FORMATIVA 2014-2015 IN DIOCESI

Per una formazione stabile dei laici. Saranno 5 le Scuole di Formazione Teologica (SFT) dislocate sul territorio

Sulla scia del rinnovamento dettato dal Vaticano II, a Reggio Emilia nel 1977 è partito il Triennio Teologico Pastorale (TTP), una scuola di teologia per laici che fino al 1984 ha formato più di 900 operatori pastorali, e sempre in quegli anni sono nate scuole simili a Marola e a Guastalla. In seguito alle direttive Cei, il TTP poi si è trasformato gradualmente nell’Istituto di Scienze Religiose (ISR), anche per fornire una preparazione a tanti docenti laici di religione, un cambiamento che non ha fatto diminuire il numero degli iscritti, se si pensa che tra le diverse specializzazioni hanno terminato tale percorso più di 300 operatori pastorali.

Nel frattempo però le altre scuole dislocate sul territorio hanno avuto periodi di crisi, nonostante qualche nuovo tentativo come a Sassuolo, mentre la formazione degli adulti offerta dalle parrocchie è cominciata a scomparire.
La necessità di adeguare l’offerta alle sempre più alte richieste di formazione per gli insegnanti di religione ha poi fatto nascere nel 2006 l’Istituto Superiore di Scienze Religiose (ISSR), un percorso triennale con caratteristiche accademiche, sia per orari che per spessore della docenza.
Questo però ha fatto sì che fin dagli inizi gli studenti ordinari – cioè quelli che fanno tutti i corsi per ottenere un titolo – siano stati una minoranza, mentre la maggior parte si è iscritta come ospite, cioè frequentando solo certi corsi per interesse personale o perché indirizzata in tal senso dalla Diocesi (candidati al diaconato permanente).

Così si è venuta a creare questa situazione: un’istituzione accademica che dà una formazione troppo impegnativa per la maggior parte degli interessati, dei candidati al diaconato costretti a fare un corso troppo specialistico per le loro esigenze e a saltarne due perché non hanno tempo per fare tutto, docenti sempre più impegnati a fare corsi che spesso si assomigliano tra mattina (seminaristi) e sera (laici), mentre sul territorio diocesano – a parte l’eroica scuola di Guastalla e la recente rinata scuola di Sassuolo – mancano occasioni di formazione teologica per gli operatori pastorali che abbiano un certo grado di continuità e di spessore.
Oltre a queste problematiche, la situazione dell’ISSR di Reggio si è ultimamente aggravata su due fronti: è iniziata da parte della Cei una visita di controllo sugli ISSR e nel giugno 2012 è stato siglato l’accordo tra Cei e Ministero dell’Istruzione, secondo cui dal 2017, per fare i docenti di religione, sarà necessario avere il baccellierato (quello che si dà allo STI della mattina) o l’ISSR quinquennale.
Al nostro ISSR, in difetto per il numero degli studenti ordinari – 4 o 5 all’anno, invece dei 12 richiesti – e solo triennale, non è restato che raddoppiare gli sforzi o lasciare.
E per tutti i motivi qui esposti, il Vescovo ha deciso di far andare l’ISSR ad esaurimento, senza accettare nuove iscrizioni.
Questa però è stata anche l’occasione per riprendere in mano la questione della formazione degli operatori pastorali, in generale, e dei candidati al diaconato, in particolare.

Cosa offre la Diocesi dal 2014-2015
L’obiettivo della proposta, al di là della formazione di seminaristi e futuri docenti di religione, è di offrire una formazione stabile agli operatori pastorali, così da evitare doppioni o iniziative estemporanee, favorendo inoltre una delocalizzazione della formazione, stante la perdurante fatica della singola parrocchia o unità pastorale a fornire una formazione di base ai cristiani più impegnati. Ecco in cosa consisterà l’offerta formativa 2014-2015:
1) Studio Teologico Interdiocesano (STI) a Reggio: è la storica scuola dei seminaristi, dalla nascita aperta anche ai laici.
Si tratta di uno studio con pretese accademiche, perché rivolto a chi eserciterà un compito di insegnamento a nome della Chiesa.
Si snoda in un percorso di 6 anni, che occupa 4 mattine la settimana e che alla fine dà il titolo del baccellierato, riconoscibile dallo Stato Italiano.
Un futuro docente di religione si può quindi rivolgere allo STI, oppure frequentare alla sera gli ISSR di Modena o di Parma.

2) Scuola Teologica Diocesana (STD) a Reggio: è la scuola che sostituisce l’ISSR ed è rivolta ai candidati al diaconato permanente, ad operatori pastorali motivati (coordinatori catechisti, lettori e accoliti, animatori di centri d’ascolto eccetera) o anche a giovani e adulti che vogliono approfondire la propria fede. Si tratta di un percorso di tre anni, che occupa solo la sera del lunedì. Dopo aver sostenuto 15 esami, lo studente riceverà un attestato firmato dal Vescovo, riconosciuto a livello diocesano. Senza venir meno all’idea di un percorso serio, l’intero programma intende fornire una formazione che sia insieme una sintesi completa dei contenuti della fede e uno strumento più focalizzato sulla pastorale.
Oltre al percorso del lunedì i diversi Uffici della Diocesi offriranno corsi specifici del proprio ambito nelle serate di venerdì. Tali corsi saranno aperti a tutti, senza esami, con iscrizioni a parte.

3) Scuole di Formazione Teologica (SFT). Saranno dislocate in cinque punti della Diocesi – Guastalla, Sassuolo, Montecchio, Correggio e Castelnovo Monti – e avranno l’obiettivo di dare una formazione permanente di base agli operatori pastorali, ai catechisti e agli educatori delle diverse zone della Diocesi.
Non avranno un proprio piano di studi, ma seguiranno ogni anno tema e libro biblico scelto dalla Diocesi, sviluppando un percorso di circa 8 serate uguali per tutte le scuole, che tocchino la Scrittura, la Teologia e altri ambiti.
Non ci saranno esami, ma si potrà ricevere un attestato di frequenza, riconosciuto come formazione permanente per i docenti di religione.
Ogni scuola sarà portata avanti da un’équipe di preti e laici, che curerà i rapporti con la STD di Reggio e che potrà organizzare altri incontri particolari, a seconda delle esigenze delle diverse zone, come cicli di serate per i ministri dell’Eucaristia, i lettori, gli educatori del dopo-cresima o gli animatori Caritas.

Daniele Moretto

laliberta.info