Presentato il libro biblico dell'anno: I salmi, preghiera di Cristo e della Chiesa

Anche la nostra parrocchia ha presentato il libro dei Salmi con una relazione di Don Fabrizio Crotti nell'assemblea parrocchiale tenuta oggi 2 Ottobre 2011 presso la vecchia canonica di Albinea
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Ormai tutti sanno, in diocesi, che per l'anno pastorale 2011-2012 è stato scelto, come testo biblico di accompagnamento (per celebrazioni, incontri e cammini pastorali), il libro dei Salmi. Come primo appuntamento di approccio a questo percorso è stato fissato, in sede di avvio di anno pastorale, un incontro per la sera di giovedì 29 settembre, alle 20.45, in Seminario.

Scegliere un libro biblico come guida di un anno pastorale non è solo una scelta di contenuti. Sposare un Libro piuttosto che un altro significa interiorizzare implicitamente anche le sue linee guida fondamentali, le sue intuizioni di fondo, ma soprattutto i suoi punti di vista sulla realtà, i suoi linguaggi, le sue chiavi di lettura, il suo modo di ragionare e di pensare Dio e l’uomo.
Quest’anno, poi, siamo chiamati a farci aiutare, nella conoscenza e nell’approfondimento dei Salmi, dalla chiave di lettura educativa, ispirata agli orientamenti della CEI per il prossimo decennio: Educare alla vita buona del Vangelo. Ed è proprio sotto questa luce che il salterio acquista tutta la sua forza di scuola di preghiera, scuola di vita e scuola di comunità.
 
 
1. Scuola di preghiera e di vita davanti a Dio
I Salmi appartengono alla famiglia dei libri sapienziali. Insegnano dunque la Sapienza che viene da Dio. Insegnano a vivere nell’atteggiamento giusto del sapiente davanti a Dio. Sono preghiera del popolo o di un singolo credente, parole di uomini rivolte a Dio. Eppure sono Parola di Dio! Dunque nella preghiera dei Salmi si ha un modello di preghiera. Si tratta allora di una pedagogia sapiente implicita con la quale confrontarsi, perché in essi si tracciano le linee guida della preghiera.
Pur essendo tutte preghiere, ci sono, comunque, generi letterari e modelli di preghiera diversi all’interno del Libro: ringraziamento, lode, contemplazione, supplica, richiesta di perdono… Dietro a questa diversità è rappresentata in realtà tutta la gamma dei sentimenti umani. Studiando i Salmi si vede come l’uomo credente sta davanti a Dio in tutte le situazioni della sua vita: dalla lode alla ribellione a Dio, dal dolore all'invocazione di perdono, dalla richiesta di distruzione dei nemici al ringraziamento, dalla contemplazione dell’opera di Dio fino al riconoscimento della sua grandezza. I Salmi, così, ci insegnano che davanti al Signore ci sta tutto, e Lui non si scandalizza di nessun sentimento umano.
 
2. I Salmi: il loro fascino pedagogico-terapeutico
La testimonianza di uomini che ci consegnano la loro preghiera è un tuffo nella quotidianità di un individuo o di un popolo, in ogni momento della sua vita. Recitarli, pregarli diventa quindi un itinerario catartico, cioè di purificazione, bello e soprattutto utile.
C’è chi dice: “io faccio fatica a pregare un salmo in cui è descritto un modo diverso di sentire rispetto al mio”; oppure: “sono preghiere troppo distanti da me e dal mio sentire”. Non è del tutto corretto, perché sono affermazioni che tradiscono un certo egoismo nel voler “usare” la Bibbia per cullare i propri sentimenti. I testi biblici sono invece sempre una chiamata ad un esodo interiore: i salmi chiedono di entrare nella loro oggettività, di seguire il loro itinerario umano-divino. I salmi chiedono di essere letti e pregati con un anticipo di fiducia e simpatia nelle loro parole e nei loro itinerari. La risposta alla nostra preghiera, ovvero la promessa della consolazione dello Spirito, è già contenuta nell’atto dell’ascolto o della lettura o della meditazione del salmo stesso: la salvezza è conoscere Dio dentro i nostri affetti, sentimenti, dentro alle nostre vite, così come sono!
I Salmi portano, in questo modo, a far vedere il Signore nelle vicende umane. Questo particolare ci interroga su quali sono i veri obiettivi della nostra preghiera… Uscire da sé per immedesimarsi in un altro contesto, dove mi aspetta comunque un’altra bellezza da scoprire, è sempre un cammino pedagogico-terapeutico. Anche se siamo in un momento positivo, è comunque bello vedere come, per esempio, un uomo, in un momento di dolore, sa stare davanti al Signore (cfr. Sal 87). E così i Salmi educano all’ascolto dell’altro e dell’Altro, sono scuola di vita e di umiltà: aiutano a morire a se stessi, per vivere nell’apertura alla relazione nuova con il Signore e con il suo popolo. Ci trasferiscono dal nostro mondo al mondo della Bibbia, che è il mondo di Dio e del suo popolo, dove il Signore opera la sua salvezza.
 
3. Preghiera del popolo e preghiera di Gesù
I Salmi sono, in questo modo, una bella scuola di umanità redenta: sono un’antropologia teologica biblica. È l’uomo visto da Dio, ed è l’uomo che sta davanti a Dio. Il popolo in essi da sempre si è riconosciuto nei suoi sentimenti interiori verso il Signore. Pregare i Salmi tutti insieme, come preghiera di popolo, è stato il modo per scoprirsi comunità davanti al Signore che opera meraviglie.
La preghiera dei Salmi genera un popolo e ne alimenta l’identità. Educano alla preghiera liturgica comunitaria, alleviano dalla solitudine. La loro oggettività, oltre a essere catartica e terapeutica, chiama alla vita una comunità che in essi sceglie di riconoscersi. Riconoscersi in essi vuol dire imparare a diventare uomo secondo Dio, ma vuol dire anche imparare a camminare ogni giorno come popolo nel respiro quotidiano della vita umana.
In più aggiungiamo che i Salmi sono stati (da buon ebreo) la preghiera quotidiana di Gesù. Egli, nei momenti di intimità col Padre, li ha incarnati a tal punto nella sua esistenza, che i Salmi stessi sono stati, poi, per la comunità cristiana, importanti chiavi di lettura per rileggere la Pasqua e la vicenda terrena di Gesù di Nazareth. Meditare i Salmi così, significa anche sondare la profonda umanità di Gesù, laddove si accorda alla sua consapevolezza di essere il Figlio. I Salmi possono condurre, nella meditazione, al segreto che batte nell’intimità del Figlio di Dio, in quanto sono parole che hanno attraversato il cuore del Messia nella sua vicenda terrena e che oggi portano il segno di quel passaggio. Al cristiano il compito, nella preghiera, di raccogliere quei segni per imparare a vivere da figlio nel Figlio, dentro ad una storia di popolo.
La scelta del Libro dei Salmi può stimolare implicitamente una verifica sul proprio modo di pregare, e magari anche una verifica sulle effettive priorità spirituali di tanta nostra pastorale. Ma forse, di più, tale scelta può stimolare una creatività nuova nel personalizzare la preghiera e nel riscoprire con vigore anche il prezioso spirito che anima l’antica tradizione della Liturgia delle Ore, che è preghiera del credente e del popolo di Dio.
 
don Carlo Pagliari