Preghiera delle donne una sfida ecumenica

Una figura stilizzata, grigia, separata dal mondo circostante, ma non priva di speranza. L’abbraccia infatti una luce intensa, calda, che scende dall’alto, da Dio, e s’irradia orizzontalmente, dal prossimo. Con questa immagine suggestiva, che costituisce il logo della Giornata mondiale di preghiera del 2013, la pittrice Anne-Lise Hammann Jeannot rappresenta l’apertura e la solidarietà nei confronti degli immigrati.

«Ero straniero e mi accoglieste» (Mt 25,35) è appunto il tema proposto dal Comitato interconfessionale di donne della Francia che ha preparato il sussidio per la celebrazione di quest’anno. In più di 180 nazioni del mondo si è così riflettuto su questo tema di scottante attualità. Anche in Italia, dal Nord al Sud, si è registrata un’adesione sempre più diffusa all’iniziativa. Tradizionalmente la Giornata mondiale di preghiera si tiene il primo venerdì di marzo. Tuttavia per facilitare la partecipazione in diverse località l’incontro è stato spostato a domenica 3 marzo. Il Comitato nazionale è formato da Elaine Cavanagh (Esercito della Salvezza), Anne Rose Lier (Chiesa evangelica luterana), Marisa Mastrototaro (Chiesa valdese), Lina Ferrara (Chiesa cristiana avventista del settimo giorno), Annamaria Raimondi (Chiesa cattolica), Elisabetta Kalampouka (Chiesa ortodossa del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli). Al Comitato nazionale si affianca una fioritura di Comitati locali, attivi in tutta la penisola. Grazie al loro lavoro, donne di diverse confessioni cristiane condividono preghiere e meditazioni sulla stessa pagina biblica, impegnandosi fianco a fianco in progetti di solidarietà. Viene così attuato il motto della Giornata mondiale di preghiera, «informarsi per pregare – pregare per agire», con la scelta decisa di pregare insieme ed agire insieme, per rafforzare i legami di comunione e di fraternità.

«I nostri occhi siano rivolti verso gli altri con rispetto e accoglienza – è scritto nel sussidio –, il nostro sorriso possa portare calore, il nostro parlare dare vita, la nostra presenza recare sostegno”.

Come mettersi in relazione con i forestieri? Il tema è particolarmente sentito in Francia, che da secoli è terra di immigrazione. Attualmente quasi un francese su quattro ha un nonno o una nonna giunti da un altro Paese. Anche se la Francia è la quinta potenza economica mondiale, dopo Stati Uniti, Cina, Giappone e Germania, non mancano  vaste sacche di povertà e di sperequazione sociale. Nell’attuale contesto di crisi, i lavoratori stranieri non sono più accolti con benevolenza, come diverse volte  avvenne in passato, ma spesso vengono guardati con diffidenza e sono accusati di rubare lavoro agli autoctoni. «Con gli anni la politica di immigrazione è diventata repressiva . Cerca di impedire  i matrimoni di convenienza per ottenere un permesso di soggiorno – spiegano le donne del Comitato francese della Giornata mondiale di preghiera –. Gli studenti stranieri possono rimanere in Francia soltanto se superano tutti gli esami; le pratiche per l’unificazione familiare si protraggono all’infinito; il diritto all’asilo politico non è più riconosciuto automaticamente. Se in occasione di un controllo stradale uno straniero viene trovato senza documenti, prima viene portato in un Centro di arresto e poi viene espulso dal Paese». In risposta a questa situazione, l’impegno delle Chiese cristiane è deciso e concorde. «Cattolici, protestanti ed ortodossi praticano lo stesso spirito di accoglienza verso gli immigrati ed incoraggiano le chiese locali ad ospitare gruppi etnici stranieri – attesta il Comitato francese della Gmp –. Molte organizzazioni di volontari e Ong ecumeniche difendono queste persone e le aiutano ad appellarsi contro i provvedimenti di espulsione. Le donne straniere, spesso vittime di sessismo e razzismo, trovano un aiuto nei nostri gruppi».

Nel 2010 le Chiese hanno lanciato un appello che s’intitola: «Lasciateci stare uniti e non permettete che i diritti degli stranieri vengano messi a repentaglio». Anche in Italia i cristiani devono cementare insieme i loro sforzi per sradicare pregiudizi e diffidenze. Perché il grigio della solitudine e dell’esclusione sia trasfigurato dalla luce e dal calore dell’amore.​

 

Donatella Coalova – avvenire.it