Povertà educativa. Scuola e Covid: l’entusiasmo dei bambini, le paure dei genitori

I problemi della didattica a distanza, l’importanza per molte famiglie del pasto a mensa: l’indagine Ipsos promossa da Sos Villagi dei bambini ribadisce la centralità del rapporto istruzione-minori
Scuola e Covid: l'entusiasmo dei bambini, le paure dei genitori

Foto Sos Villaggi dei bambini

L’entusiasmo dei bambini e dei ragazzi di ricominciare la scuola, nonostante le misure di sicurezza. I timori dei genitori per il rischi di contagio, maggiori a volte di quelli per l’apprendimento causati dalla didattica a distanza. Modalità che a molte famiglie crea problemi anche per il venire meno del pasto giornaliero a mensa. Sono i dati più significativi emersi dal sondaggio Nutrire l’Infanzia. Povertà educativa, divario digitale, realizzato da Ipsos per conto di SOS Villaggi dei Bambini per indagare le dinamiche delle famiglie italiane dopo la ripresa dell’anno scolastico. L’iniziativa ha l’obiettivo per l’organizzazione di «ribadire il ruolo fondamentale della Scuola nel garantire ai bambini e ai ragazzi la possibilità di costruirsi un solido bagaglio di competenze e di conoscenze, con un’attenzione specifica a quanti vivono in condizioni di fragilità e di marginalità».

La ricerca – divulgata nell’odierna Giornata internazionale per i diritti dell’Infanzia, che celebra l’approvazione della Convenzione Onu di New York del 20 novembre 1989 – è stata promossa da SOS Villaggi dei Bambini, che in Italia gestisce 6 villaggi e aiuta 700 bambinini e le loro famiglie. L’ong fa parte di Sos Children’s Villages, la più grande organizzazione del settore a livello mondiale, impegnata in 135 paesi nel sostegno di bambini privi di cure familiari o a rischio di perderle.

Cosa emerge dal sondaggio? Una crescita dell’attenzione degli italiani per le scelte del Governo sulla Scuola, con conseguenze che vanno oltre la funzione educativa. I ragazzi sono stati contenti di tornare a scuola (90%), nonostante le stringenti misure di sicurezza. Più preoccupati i genitori, i cui timori per i contagi (25%) supera quello per i possibili problemi di apprendimento legati alla didattica a distanza (14%). Mentre il pasto consumato a scuola si rivela un elemento fondamentale nella vita familiare, sotto l’aspetto organizzativo ma soprattutto nutrizionale: per molti ragazzi è l’unico pasto veramente completo della giornata (11%).

«È stato un ritorno tra i banchi tra luci e ombre – spiega Samantha Tedesco, responsabile Programmi e advocacy di SOS Villaggi dei Bambini – tra la paura del contagio e la consapevolezza del ruolo insostituibile dell’istruzione. Abbiamo scelto di divulgare questi dati per invitare i Governi a rinnovare i loro impegni per i diritti dei più piccoli, primo fra tutti quello allo studio, riconosciuto anche dal quarto Obiettivo di Sviluppo delle Nazioni Unite: “Fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento eque per tutti”».

L’entusiasmo dei figli , le paure dei genitori

Sono 9 genitori su 10 a dichiarare che il proprio figlio era molto (53%) o abbastanza (37%) contento di rientrare a scuola, indipendentemente dal ciclo di studi. La metà dei genitori parla di “entusiasmo” come stato d’animo prevalente nei figli al rientro a scuola. Il 16% ritiene invece che il proprio figlio abbia affrontato il rientro con incertezza, solo l’8% con paura.

Maggiore l’entusiasmo tra i più piccoli (58% per i bambini di prima e seconda elementare), a fronte di un maggior senso del dovere dei più grandi (dalla terza elementare alle medie). Più di 7 genitori su 10 ritengono che il proprio figlio si senta molto (14%) o abbastanza (62%) sicuro a scuola. Tra chi invece che ritengono che il figlio non si senta abbastanza sicuro (1 su 4), il 55% attribuisce l’insicurezza alla paura che i compagni non rispettino le misure precauzionali, il 27% lamenta misure di prevenzione e organizzazione poco chiare. Su protocolli e misure, 7 genitori su 10 pensano che i propri figli stiano rispettando le regole con entusiasmo. Lo stop a gite e uscite scolastiche è la restrizione che più infastidisce bambini e ragazzi di elementari e medie (67%). Seguono: il distanziamento sociale, che non permette la socializzazione (63%); l’uso delle mascherine (52%).

Meno sereni dei ragazzi sembrano essere i genitori: la totalità di mamme e papà lamenta preoccupazioni. Il 25% per il rischio di contagio dentro, il 17% per gli assembramenti fuori. Minori i timori ssull’apprendimento con la didattica a distanza (14%). Dal punto di vista dell’organizzazione familiare, le quarantene hanno generato difficoltà per quasi 8 famiglie su 10, con maggiore impatto per i genitori degli alunni delle elementari.

Nutrire l’infanzia: l’importanza del pasto a mensa

Quasi 6 genitori su 10 hanno dichiarato che nel periodo di rilevazione il proprio figlio non stava fruendo del servizio mensa, o per scelta (20%) o perché non previsto dalla scuola (37%). Eppure, il pasto a scuola rappresenta un aiuto valido, talvolta indispensabile: in più di una famiglia su dieci (12%) la disattivazione della refezione comporta l’incapacità di garantire ai ragazzi un pasto giornaliero ben bilanciato (7%) o addirittura la mancanza del principale pasto giornaliero (5%) a causa delle difficoltà economiche della famiglia.

In generale, la valutazione del pasto e del suo ruolo per la famiglia è positiva. I due terzi dei genitori lo considerano equilibrato (66%); al pasto consumato nella mensa scolastica viene inoltre attribuita una funzione educativa (64%), in quanto utile ad abituare i figli a una alimentazione sana e completa. Allo stesso tempo la maggioranza dei genitori riconosce un buon livello di qualità (57%) ai pasti serviti nella scuola. Per molti i pasti a mensa sono fonte di ispirazione (56%) per imparare a equilibrare l’alimentazione del figlio.

Didattica a distanza: promossa, ma c’è chi non ha gli strumenti

Fra gli intervistati di tutta Italia, 1 studente su 4 ha sperimentato la Didattica digitale integrata; in un caso su 10 come unica modalità di didattica. Ripensando al lockdown di primavera, il 66% dei genitori valuta positivamente l’esperienza dei propri figli con la didattica a distanza, 9 studenti su 10 hanno seguito le lezioni online in modo regolare. Inferiore la quota di bambini di prima e seconda elementare (79% a fronte di quasi il 90% dei più grandi). Tra chi non aveva potuto seguire regolarmente le lezioni, i principali impedimenti erano stati problemi di connessione internet e strumentazione inadeguata, scarsa o assente.

La didattica a distanza si conferma molto impattante rispetto al coinvolgimento dei genitori: 9 su 10 hanno aiutato il figlio con le lezioni online. Non manca però, anche se minoritario, il segmento di genitori privi di educazione tecnologica e quindi incapaci di aiutare il proprio figlio con la didattica a distanza: 1 famiglia su 10.

L’impatto della pandemia su orari e trasporti scolastici

A settembre, il 63% degli studenti di elementari e medie avevano ripreso la didattica secondo l’orario canonico. Invece, tra le famiglie che hanno subito una modifica, parziale o totale, dell’orario scolastico, il 74% ha dovuto fronteggiare problemi legati principalmente alla necessità di accompagnare e riprendere i figli a scuola.

Infatti, tra i mezzi di trasporto, il più utilizzato al momento dell’indagine risultava l’automobile (per più di 1 studente su 2), mentre quasi un terzo degli studenti (29%) si recava a scuola a piedi o in bici. Il trasporto pubblico è utilizzato in modo marginale (solo dal 6% degli studenti di elementari e medie) e il trasporto scolastico in circa 1 caso su 10.