Povertà. Arriva il reddito d’inclusione: un assegno per 660mila famiglie

Primo sì del Consiglio dei ministri al decreto legislativo che introduce il Reddito d’inclusione, “una misura nazionale di contrasto alla povertà”. Il provvedimento attua la delega approvata a marzo, ora dovrà acquisire i pareri delle commissioni parlamentari competenti. Il premier Gentiloni: “Il tema della povertà è una priorità per il governo”. Il ministro Poletti fa sapere che le risorse a disposizione per il Rei sono pari a circa due miliardi l’anno e la misura nella prima fase si rivolgerà a 660 mila famiglie, 560 mila con figli minori.

“L’occasione è importante per dire che” il decreto sulla povertà “fa parte di una politica generale del governo che cerca di mettere l’accento sull’inclusione sociale, lo abbiamo fatto anche a livello europeo, con una proposta di strumento di reddito di inclusione, lo continueremo a fare: ne ho parlato di recente anche con il presidente Macron perché questo tema deve diventare sempre più centrale per l’Ue” ha commentato il premier Paolo Gentiloni.

Le risorse a disposizione per il reddito di inclusione sono circa “due miliardi di euro l’anno nei prossimi anni” ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, al termine del Cdm che ha approvato il decreto per la lotta alla povertà. “Il beneficio va da un minimo di 190 euro a un massimo di 485″, spiega Poletti. La misura appena approvata per la lotta alla povertà nella prima fase si rivolgerà “a 660 mila famiglie, di cui 560mila con figli minori”. La priorità verrà data ai nuclei “con almeno un figlio minorenne o con disabilità anche se maggiorenne, a quelli con una donna in stato di gravidanza o un over50 in disoccupazione”.

La misura partirà nel gennaio 2018 e si concretizza nella “Carta Rei”, che sostituisce la Carta Acquisti e sarà lo strumento sul quale l’Inps caricherà il Rei. I requisiti reddituali fondamentali sono: Isee massimo di 6mila euro (con tetto a 3mila per la parte reddituale), patrimonio immobiliare sotto 20mila euro (al netto dell’abitazione principale), patrimonio mobiliare da 10mila euro. Esclusi coloro che nei due anni precedenti la richiesta hanno acquistato auto, moto, barche. Richiesto anche l’impegno dei beneficiari ad attivarsi con la ricerca del lavoro. Tra le more del decreto, c’è anche l’avvio dal 2018 dell’Isee precompilato.

Poletti ha sottolineato la scelta del governo di “lavorare con continuità nella logica del sostegno all’inclusione, avviata dal governo precedente con le sperimentazioni del Sia”. Di conseguenza sarà prevista una verifica permanente per determinarne l’efficacia. I due pilastri del decreto sono: “Il sostegno al reddito e la presa in carico per l’inclusione”, ha spiegato Poletti. Le risorse andranno dunque sia in tasca ai cittadini che al “potenziamento dei servizi per il lavoro”.

L’Alleanza per l’Italia, composta da 35 associazioni che dl 2013 si battono per l’introduzione di misure di lotta alla povertà, parla di “primo atto concreto di costruzione di una strategia nazionale di lotta all’esclusione che ci avvicina al resto d’Europa”. L’Italia però è solo all’inizio del percorso verso la modernizzazione del nostro welfare. “Primo tra tutti, l’universalità: tutte le persone e lefamiglie in povertà assoluta devono essere raggiunte, compresi i cittadini stranieri. Secondo, l’adeguatezza: ogni povero deve ricevere un adeguato pacchetto di riposte, composto da un contributo economico sufficiente a raggiungere uno standard di vita decente e modificare il proprio percorso esistenziale”.

avvenire