Pentecoste. Papa Francesco: lo Spirito ci chiede più umanità e misericordia

Bergoglio ha celebrato in piazza San Pietro la Messa vespertina nella vigilia della solennità dedicata allo Spirito Santo. E ha esortato la diocesi di Roma a essere una “casa materna” per chi ci vive.

La celebrazione di Papa Francesco in piazza San Pietro (Ansa)

La celebrazione di Papa Francesco in piazza San Pietro (Ansa)

da Avvenire

Una «Chiesa-grembo di misericordia», cioè «una “madre dal cuore aperto” per tutti!». Una Chiesa si metta davvero «in ascolto del grido della città», scendendo in mezzo al «popolo». È il “sogno” di papa Francesco per la “sua” diocesi, la Chiesa di Roma. Lo confessa durante la Messa vespertina nella Vigilia di Pentecoste, celebrata in Piazza San Pietro. «Quanto vorrei – spiega nell’omelia – che la gente che abita a Roma riconoscesse la Chiesa, ci riconoscesse per questo di più di misericordia, per questo di più di umanità e di tenerezza, di cui c’è tanto bisogno!». Così la gente «si sentirebbe come a casa, la “casa materna” dove si è sempre benvenuti e dove si può sempre ritornare». Si sentirebbe «sempre accolta, ascoltata, ben interpretata, aiutata a fare un passo avanti nella direzione del regno di Dio…». Proprio «come sa fare una madre, anche con i figli diventati ormai grandi».
Vicino all’altare è sistemata l’immagine della Madonna venerata nel Santuario del Divino Amore. E Francesco, riferendosi «alla maternità della Chiesa» ricorda «che 75 anni fa, l’11 giugno del 1944, il papa Pio XII compì uno speciale atto di ringraziamento e di supplica alla Vergine, per la protezione della città di Roma». Pacelli «lo fece nella chiesa di Sant’Ignazio, dove era stata portata la venerata immagine della Madonna del Divino Amore».

Alla liturgia partecipano in 50mila, la maggior parte vengono dalle parrocchie romane. Presente anche la sindaca Virginia Raggi. Papa Francesco ha invitato alla celebrazione in particolare i fedeli della diocesi di Roma, e il cardinale vicario Angelo De Donatis, nei giorni scorsi aveva scritto a tutti i parroci chiedendo di sospendere le veglie nelle chiese per consentire ai fedeli la partecipazione alla messa con il Pontefice. Concelebrano numerosi cardinali e vescovi, e tanti preti del clero romano. Al momento della consacrazione salgono sull’altare anche il cardinale De Donatis e il vescovo ausiliare Guerino Di Tora.

Papa Francesco nella sua omelia invita tutti a celebrare «il primato dello Spirito, che ci fa ammutolire di fronte all’imprevedibilità del piano di Dio» conducendoci verso «la città-Gerusalemme dalle porte sempre aperte per tutti, dove le varie lingue dell’uomo si compongono nell’armonia dello Spirito», perché «lo Spirito è armonia». Esorta ad essere al servizio del «popolo che abita in questa città», e «non al servizio di noi stessi, non al servizio delle nostre ambizioni, di tanti sogni di potere». E segnala «il pericolo» della «voglia di confondere le novità dello Spirito con un metodo di “risistematizzare” tutto». «No, – spiega – questo non è lo Spirito di Dio», che invece «sconvolge tutto e ci fa incominciare non da capo, ma da un nuovo cammino».

«Lasciamoci allora – è l’auspicio di papa Francesco – prendere per mano dallo Spirito e portare in mezzo al cuore della città per ascoltarne il grido». Papa Francesco invita così a mettersi «in ascolto del grido della città di Roma», a farsi prendere per mano dal Signore per «scendere dalle nostre posizioni, scendere in mezzo ai fratelli che abitano nella nostra città», per «ascoltare il loro bisogno di salvezza, il grido che arriva fino a Lui e che noi abitualmente non udiamo».
«Non si tratta di spiegare cose intellettuali, ideologiche», avverte il Successore di Pietro. «A me – rimarca – fa piangere quando vedo una Chiesa che crede di essere fedele al Signore, di aggiornarsi quando cerca strade puramente funzionalistiche, strade che non vengono dallo Spirito di Dio». «Questa Chiesa – incalza – non sa scendere, e se non si scende non è lo Spirito che comanda». Si tratta così «di aprire occhi e orecchie, ma soprattutto il cuore, ascoltare con il cuore». Allora «ci metteremo in cammino davvero». Allora «sentiremo dentro di noi il fuoco della Pentecoste, che ci spinge a gridare agli uomini e alle donne di questa città che è finita la loro schiavitù e che è Cristo la via che porta alla città del Cielo». «Per questo – conclude papa Francesco – ci vuole la fede, fratelli e sorelle. Chiediamo oggi il dono della fede per andare su questa strada».