Una “leadership sussidiaria”, capace di limitare il suo potere all’interno delle organizzazioni per suscitare la partecipazione di tutti, facendo leva sulla libertà e il coinvolgimento. La seconda giornata del seminario estivo dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro “Costruire una leadership inclusiva”, a Monte Porzio Catone fino a venerdì, si è aperta con l’intervento dell’economista Luigino Bruni su “Alleanze, comunità e leadership”. “Negli ultimi anni sono emerse nuove teorie sulla leadership – ha evidenziato Bruni –; il ‘management sussidiario’ si basa sul concetto che le maggiori conoscenze riguardo a un problema siano di chi lo affronta concretamente ogni giorno. È meglio lasciare le decisioni a chi è più vicino al problema e intervenire solo quando si è richiesti”. Più libertà per “la base” dunque, anche di sbagliare o tradire la fiducia ricevuta: “Per avere un vero management sussidiario occorre mettere in conto la gestione delle vulnerabilità e delle crisi: solo esponendosi alla possibilità dell’abuso si vive in un vero rapporto”. Ma la libertà ripaga: “Le imprese sognano lavoratori che diano tutto, e per questo il lavoro deve diventare una passione, ma le persone devono sentirsi libere, autonome e importanti”. La mattinata si è conclusa con una fotografia sullo stato del Progetto Policoro da parte di Fabio Poles: realtà artefice di oltre 700 “gesti concreti” e capace di dare lavoro a più di mille persone, che ora guarda alle sfide del futuro, tra le quali l’aggiornamento e i mercati esteri.
sir