Passaporto con il «bollino rosso» a chi è stato schedato per pedofilia

Una scritta sul retro del passaporto, che secondo i critici della misura equivale a una lettera scarlatta. D’ora in poigli americani che sono stati condannati per un reato di tipo sessuale nei confronti di minori verranno identificati come tali sul loro passaporto.

La mossa, annunciata dal Dipartimento di Stato Usa, implementa una legge del 2016 per la protezione dell’infanzia, ed è già scattata. Il ministero degli Esteri Usa infatti comincerà subito a revocare i passaporti di tutti quanti sono stati schedati per una violazione di tipo sessuale che abbia coinvolto un minore. Quindi rilascerà nuovi documenti dotati di un “identificatore”, vale a dire un avviso stampato all’interno della copertina posteriore del libretto che recita: “Il portatore è stato condannato per un reato sessuale contro un minore, ed è schedato ai sensi della legge americana”.

Le modifiche sono in risposta alla “Megan’s Law”, approvata dopo che Megan Kanka, una bambina di 7 anni, è stata assassinata da un uomo in precedenza condannato per pedofilia in New Jersey. Il caso ha anche portato alla creazione di registri statali dei condannati per reati sessuali, che contengono l’indirizzo attuale di ogni persona condannata e che vengono regolarmente consultati dai datori di lavoro così come dalle famiglie che vogliono trasferirsi in un nuovo quartiere.

Gli esperti legali si aspettano però che la misura sia investita da una valanga di sfide legali, in quanto nessun altro gruppo di ex criminali verrà identificato allo stesso modo. Secondo alcuni gruppi per la difesa delle libertà civili, inoltre, il “bollino” viola il divieto costituzionale alle pene retroattive. Gli stessi gruppi fanno notare che il passaporto renderà impossibile l’ingresso in molti Paesi e che la lista delle persone che se lo vedranno consegnare è eccessivamente lunga. La categoria comprende infatti adolescenti che hanno avuto rapporti sessuali consenzienti, persone che hanno commesso i reati quando erano minori o colpevoli di trasgressioni non violente, come l’indecenza pubblica o la detenzione di pornografia infantile.

Avvenire