Parlare ai piccoli fin dal concepimento

feto

I grandi benefici del dialogo tra mamme e figli che inizia fin dall’utero materno
Di Rachel Abdalla
ROMA, 27 Dicembre 2012 (Zenit.org) – È molto importante camminare al fianco di Gesù fin da piccoli per l’accrescimento della fede. È quotidianamente che loro imparano i valori cristiani e accrescono la fede nella persona di Gesù Cristo, attraverso gli esempi che osservano dei loro genitori ed educatori.
I primi sette anni di vita costituiscono una fase fondamentale dell’esistenza umana, e sono considerati il momento più importante della formazione del carattere, della personalità, dell’affettività e dei valori; momento nel quale la formazione psicologica del bambino si sviluppa e tutte le esperienze vissute vengono assimilate e serviranno come base di condotta per il resto della sua vita.
Ma, come realizzare questo cammino quando il bambino si trova ancora nelle pancia della mamma?
Tutto inizia dal concepimento! Il bambino si sta formando all’interno di sua madre, ovvero nel più intimo del suo essere, dove risiede il bene Divino dell’amore, che sta generando questa nuova vita.
In questo momento della formazione, la madre è responsabile dello sviluppo fisico  del suo bambino, alimentandolo adeguatamente affinché venga nutrito; ma è anche responsabile della nutrizione emozionale e spirituale che inizia in questo momento.
La fede è qualcosa che trascende l’intendimento, ma che può essere sentita e vissuta fin dal concepimento dell’essere umano, dal momento che la creatura è un frutto del Creatore e, pertanto, parla e capisce la stessa lingua.
Per questo, bisogna fare in modo che, tutti i giorni, il bambino ascolti la voce di sua madre e la sua devozione a Dio, in modo che anche lui sia devoto al Signore.
La madre deve conversare con il suo bambino, raccontargli tutto quello vede, con gli occhi e con il cuore, riguardo le meraviglie realizzate dal Creatore!
Tentare di spiegargli il colore del cielo, come è la natura e come sono fatti gli arcobaleni; parlargli degli uccellini che volano, della varietà dei pesci nel mare e della bellezza degli animali.
Parlargli anche della sensazione del freddo e del caldo; della pioggia che cade dal cielo e delle nuvole che l’hanno formata….
E, principalmente, parlare dell’amore che nutre per il suo bambino e di quanto lo sta aspettando.
Il bambino conoscerà in questo modo il mondo per mezzo di quello che la madre gli racconta, attraverso le emozioni che questa gli trasmette nel descriverlo.
Questa percezione esisterà sempre, e farà sì che il bambino, nella sua vita, riesca a credere in ciò che non può vedere ma che, di fatto, esiste, perché ha imparato ad avere fede, ad aspettare per vedere quello che ancora non è visibile agli occhi, ma che può già essere sentito attraverso il cuore.
Questo esercizio deve avvenire anche dopo la nascita. In questo modo, il vincolo tra la madre, il figlio e Dio, sarà sicuramente rinforzato.
[Traduzione dal portoghese a cura di Claudia Parigi]
*Rachel Abdalla è la Fondatrice e il Presidente dell’Associazione Cattolica “I piccolini del Signore” e Cordinatrice della Catechesi per la famiglia nella parocchia Nossa Senhora dos Dores a Campinas, San Paolo; presenta il “Programma Piccolini del Signore”, all’interno del proggeto “Popolo di Dio” dell’ arcidiocesi di Campinas, su Radio Brasil Campinas; è membro dell’ Equipe do Trabalho de “Ambiente Virtual da Formacao” dell’ arcidiocesi di Campinas.