Papa: le famiglie non sono un ingombro per il sistema produttivo

Il Papa all'udienza ha parlato di lavoro e famiglia

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(©AFP) IL PAPA ALL’UDIENZA HA PARLATO DI LAVORO E FAMIGLIA – vaticaninsider

Udienza generale: la gestione dell’occupazione «non può essere lasciata nelle mani di pochi o scaricata su un mercato divinizzato»

IACOPO SCARAMUZZI
CITTÀ DEL VATICANO

È «pericolosa» la tendenza a «considerare la famiglia un ingombro, un peso, una passività, per la produttività del lavoro». All’udienza generalepapa Francesco denuncia il rischio che l’organizzazione del lavoro tenga la famiglia «in ostaggio» o, addirittura, ne ostacoli il cammino, perché in quel caso «siamo sicuri che la società umana ha incominciato a lavorare contro se stessa». La gestione dell’occupazione, ha detto il Pontefice, «non può essere lasciata nelle mani di pochi o scaricata su un mercato divinizzato».

Il Papa, che aveva dedicato la catechesi della scorsa settimana al tema della «festa», si è focalizzato oggi sul «lavoro»: «Entrambi fanno parte del disegno creatore di Dio, la festa e il lavoro», ha detto. «Di una persona seria, onesta, la cosa più bella che si può dire: “È un lavoratore”, è uno che nella comunità non vive alle spalle degli altri. Ci sono tanti argentini oggi ho visto e dirò come diciamo noi, “no vive de arriba” (vivere a scrocco, ndr), capito? E in effetti il lavoro, nelle sue mille forme, a partire da quello casalingo, ha cura anche del bene comune. E dove si impara questo stile di vita laborioso? Prima di tutto s’impara in famiglia. La famiglia educa al lavoro con l’esempio dei genitori: il papà e la mamma che lavorano per il bene della famiglia e della società». Francesco ha citato il Vangelo, dove Gesù viene definito «figlio del falegname» o egli stesso «il falegname», e una espressione usata da san Paolo nella Lettera ai tessalonicesi, «chi non vuole lavorare, neppure mangi» («È una bella ricetta per dimagrire», ha scherzato). «L’impegno del lavoro e la vita dello spirito, nella concezione cristiana, non sono affatto in contrasto tra loro. È importante capire bene questo! Preghiera e lavoro possono e devono stare insieme in armonia, come insegna san Benedetto. La mancanza di lavoro danneggia anche lo spirito, come la mancanza di preghiera danneggia anche l’attività pratica».

«Lavorare – ripeto, in mille forme – è proprio della persona umana. Esprime la sua dignità di essere creata a immagine di Dio. Perciò si dice che il lavoro è sacro. E perciò la gestione dell’occupazione è una grande responsabilità umana e sociale, che non può essere lasciata nelle mani di pochi o scaricata su un “mercato” divinizzato. Causare una perdita di posti di lavoro significa causare un grave danno sociale. Io – ha proseguito il Pontefice argentino a braccio – vengo rattristato quando vedo che non c’è lavoro, che c’è gente senza lavoro, gente che non trova lavoro e che non ha la dignità di portare il pane a casa, e mi rallegro tanto quando vedo che i governanti fanno tanti sforzi per trovare posti di lavoro e cercare che tutti abbiano un lavoro. Il lavoro è sacro il lavoro dà dignità a una famiglia e dobbiamo pregare perché non manchi il lavoro in una famiglia».

Il Papa ha poi citato la sua enciclica Laudato si’ per sottolineare che «la bellezza della terra e la dignità del lavoro sono fatte per essere congiunte. Quando il lavoro si distacca dall’alleanza di Dio con l’uomo e la donna, quando si separa dalle loro qualità spirituali, quando – ha detto Francesco – è in ostaggio della logica del solo profitto e disprezza gli affetti della vita, l’avvilimento dell’anima contamina tutto: anche l’aria, l’acqua, l’erba, il cibo… La vita civile si corrompe e l’habitat si guasta. E le conseguenze colpiscono soprattutto i più poveri e le famiglie più povere. La moderna organizzazione del lavoro mostra talvolta una pericolosa tendenza a considerare la famiglia un ingombro, un peso, una passività, per la produttività del lavoro. Ma domandiamoci: quale produttività? E per chi? La cosiddetta “città intelligente” è indubbiamente ricca di servizi e di organizzazione; però, per esempio, è spesso ostile ai bambini e agli anziani. A volte chi progetta è interessato alla gestione di forza-lavoro individuale, da assemblare e utilizzare o scartare secondo la convenienza economica. La famiglia è un grande banco di prova. Quando l’organizzazione del lavoro la tiene in ostaggio, o addirittura ne ostacola il cammino – ha detto il Papa – allora siamo sicuri che la società umana ha incominciato a lavorare contro se stessa!». Le famiglie cristiane, ha poi concluso il Pontefice argentino, «ricevono da questa congiuntura una grande sfida e una grande missione. Esse portano in campo i fondamentali della creazione di Dio: l’identità e il legame dell’uomo e della donna, la generazione dei figli, il lavoro che rende domestica la terra e abitabile il mondo. La perdita di questi fondamentali è una faccenda molto seria, e nella casa comune ci sono già fin troppe crepe! Il compito non è facile. A volte può sembrare alle associazioni delle famiglie di essere come Davide di fronte a Golia… ma sappiamo come è andata a finire quella sfida! Ci vogliono fede e scaltrezza. Dio ci conceda di accogliere con gioia e speranza la sua chiamata, in questo momento difficile della nostra storia. La chiamata al lavoro per dare dignità a se stesso e alla propria famiglia».papa.francesco

Il Papa, a conclusione dell’udienza, ha ricordato, tra l’altro, la comunità di Taizé, di cui ricorrono in questi giorni il 75esimo anniversario della fondazione e il decimo anniversario della morte del fondatore Frere Roger.