Papa Francesco rinnova la Chiesa

Il 2019 di Papa Francesco ha l’aspetto di una statuetta che se fosse europea apparterrebbe al Neolitico, ma siccome viene dall’Amazzonia parla alla contemporaneita’ come nemmeno un milione di tweet potrebbero fare. Si chiama Pachamama, parola che in lingua Quechua vuol dire Madre Terra. Sembra fatta di legno, in realta’ e’ fatta di pietra: la pietra dello scandalo, e pace se ha il capo chino ed il grembo rigonfio come una Vergine Annunciata di Matteo Civitali. Quando ad ottobre viene inaugurato un sinodo sull’Amazzonia che in molti ritengono epocale, la Pachamama viene esposta in una chiesa vicino al Vaticano; arrivano un paio di integralisti cattolici che gridano all’idolatria e la buttano nel Tevere. Eccola, la Chiesa di Bergoglio negli ultimi 12 mesi: un cavo teso tra un futuro che e’ quasi un’avventura e le controspinte di chi teme si smarrisca la tradizione, oppure la fede tout court. Forte l’azione e forti anche le reazioni che, almeno secondo la fisica, sono sempre uguali e contrarie. Non e’ un caso che nel corso di quest’anno lo stesso Papa abbia pronunciato una parola che e’ quasi un tabu’: “scisma”. Andando a memoria, non la si sentiva pronunciare dai tempi di monsignor Lefebvre (quella volta venne consumato, poi Benedetto XVI lo fece rientrare). Subito dopo il Concilio se ne parlo’ a proposito di una parte della chiesa olandese, alle prese con i sommovimenti susseguenti al Vaticano II. Paolo VI, fine diplomatico, in quell’occasione non pronuncio’ mai la parola che inizia con la S, ma mise a pregare le suore di clausura di tutto il mondo. Papa Francesco invece l’ha evocata direttamente lui, ma per rassicurare. Serenamente, ma non troppo delicatamente, perche’ e’ vero, “nella Chiesa ce ne sono stati tanti”. E’ vero anche che si tratta di “una delle azioni che il Signore lascia alla liberta’ umana”. Ma sia chiaro: “il cammino nello scisma non e’ cristiano”, e tra i cattolici ci sono “tante scuole di rigidita’ che non sono scisma, ma sono vie cristiane pseudo-scismatiche che finiranno male”. Si’, Francesco dice proprio cosi’: “finiranno male”, ed aggiunge che dietro quei “cristiani, vescovi e sacerdoti rigidi non c’e’ la sanita’ del Vangelo”.

Pontefice combattente e dialogante, Francesco vuole l’apertura missionaria al mondo di una Chiesa poco trionfante ma molto battagliera. I lavori del sinodo sull’Amazzonia non a caso si concludono con quella che molti interpretano come il richiamo ad un ruolo della donna nella Chiesa sempre piu’ forte (c’e’ chi vi legge una porta socchiusa anche al sacerdozio femminile) e a quattro conversioni. Nell’ordine: sinodale, nel senso di un cammino all’unisono della comunita’; culturale, perche’ e’ necessario saper parlare alle differenti culture; ecologica, perche’ lo sfruttamento egoistico dell’ambiente porta alla distruzione dei popoli; pastorale, perche’ e’ urgente l’annuncio del Vangelo ad un mondo distratto e neopaganeggiante. Un programma estremamente impegnativo. Al momento il colloquio con le altre culture registra segni incoraggianti, come anche quello dell’ecumenismo, e la difesa del Creato e’ cosa che importa ad un numero sempre crescente di cristiani e non. Quanto al camminare insieme, pero’, gli ostacoli non sono pochi, e la stessa Chiesa si trova lacerata non solo e non tanto da casi come quello della Pachamama, quanto piuttosto dagli strascichi velenosi della questione pedofilia. Lo scorso febbraio Francesco ha chiamato a Roma i rappresentanti delle Chiese di tutti i continenti per affrontare la faccenda. Certo, non ha mancato di ricordare la maggioranza degli abusi sono compiuti da familiari e educatori, senza contare la piaga del turismo sessuale e le altre violenze. Il fatto pero’ che si tratti di un problema universale non diminuisce la sua mostruosita’ all’interno della Chiesa. Segue il Motu proprio Vos estis lux mundi: Bergoglio stabilisce nuove procedure per segnalare abusi, molestie e violenze, e assicurare che vescovi e superiori religiosi rendano conto del loro operato. Viene introdotto l’obbligo di denuncia. Francesco abolisce inoltre il segreto pontificio per questi casi e cambia la norma riguardante il delitto di pedopornografia facendo ricadere nella fattispecie dei “delicta graviora” – i delitti piu’ gravi – la detenzione e la diffusione di immagini pornografiche che coinvolgano minori fino all’eta’ di 18 anni. Ma non rinuncia a richiamare anche gli altri: riceve a novembre i rappresentanti dei principali colossi social del mondo ed e’ dritto quanto immediato: “non potete eludere le vostre responsabilita’”.

Nel frattempo va incancrenendosi una delle questioni piu’ controverse all’interno di quel mare oscuro che e’ la lotta per riportare la pulizia dove erano fiorite le perversioni degli abusi. Da una parte il Papa rida’ un arcivescovo a Santiago del Cile e a Puerto Montt, iniziando l’opera di normalizzazione di una delle chiese piu’ colpite dal fenomeno. Dall’altra deve contrastare i veleni messi in circolo riguardo il caso di Theodore McCarrick, ex vescovo di Washington. Francesco lo ha ridotto allo stato laicale, dopo le rivelazioni sulla sua condotta, ma attraverso dossier e siti qualcuno lascia emergere dubbi e mezze verita’. Viene decisa una inchiesta: tra pochi mesi se ne conosceranno gli esiti. Tutti l’attendono, ad iniziare dalla stessa chiesa americana. Dentro le Sacre Mura invece si attende la conclusione di un altro tipo di lavoro, quello della commissione dei sei cardinali chiamati a riformare la Curia Romana. Si sta ultimando l’esame della bozza della nuova Costituzione Apostolica, il cui titolo provvisorio e’ “Praedicate evangelium”. Il Papa riforma, intanto, il ruolo del Decano del Collegio cardinalizio: accetta la rinuncia del cardinale Sodano, in carica dal 2005, e con un Motu proprio rende a scadenza l’incarico: cinque anni, eventualmente rinnovabili. Avanti anche la riforma in campo finanziario, sul versante della trasparenza e del contenimento dei costi. Papa Francesco rinnova lo Statuto dello Ior: viene introdotta stabilmente la figura del Revisore esterno per la verifica dei conti secondo gli standard internazionali. Si precisano i principi cattolici a fondamento della missione dello Ior, perche’ sia piu’ fedele alla sua missione originaria. Il gesuita Juan Antonio Guerrero Alves viene nominato prefetto della Segreteria per l’Economia. Giunge sotto la luce del sole un nuovo caso di gestione imbarazzante del denaro della Chiesa: l’acquisto di un palazzo in uno dei quartieri piu’ cool di Londra. Insomma, una speculazione dai contorni tutti da chiarire. Il Papa autorizza una indagine della magistratura vaticana nei confronti di diverse persone al servizio della Santa Sede riguardo alcune operazioni finanziarie. E a proposito dell’Obolo di San Pietro, precisa che e’ buona amministrazione far fruttare i soldi ricevuti e non metterli nel cassetto. Ma l’investimento deve essere sempre “morale”, perche’ il denaro sia al servizio dell’evangelizzazione e dei poveri. Tutto il resto si sa da dove viene.Piu’ che di palazzi, ci si occupi quindi di capanne. Il primo dicembre Francesco firma a Greccio la Lettera apostolica Admirabile signum in cui esorta a riscoprire e rivitalizzare la bella tradizione del presepe. “Rappresentare l’evento della nascita di Gesu’ – scrive – equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicita’ e gioia”. E’ un atto di evangelizzazione, bello da vedere “nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze”. La cosa ha una particolare eco in Italia dove la politica, da un paio di anni a questa parte, si gioca anche sui rosari baciati in pubblico e i giuramenti sui vangeli. Una pratica che ha fatto sollevare piu’ di un sopracciglio Oltretevere, come anche la politica di chiusura dei porti nei confronti dei migranti. Bergoglio ricorda il loro dramma anche il giorno di Natale: e’ gente costretta “a solcare i mari trasformati in cimiteri e che trova muri di indifferenza” una volta arrivata sulla riva nord del Mediterraneo. La vita da difendere non e’ solo quella di chi fugge dalle guerre, ed i muri di indifferenza non sono solo quelli eretti contro i migranti. La Famiglia di Nazareth e’ simbolo della fuga dalla persecuzione e dalla violenza, ma e’ anche nella sua composizione la famiglia per eccellenza, luce e frutto del Creato che si vuole difendere. Il Papa, il 25 marzo a Loreto, ribadisce che, in particolare per il mondo di oggi, “la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna assume un’importanza e una missione essenziali. Inoltre si Interviene direttamente per Vincent Lambert, l’infermiere francese di 42 anni in stato di coscienza minima, lasciato morire nel luglio scorso: la vita, i diritti e la dignita’ si difendono sempre. Anche per questo Bergoglio compie in un anno sette viaggi internazionali, visitando 11 paesi. Negli Emirati Arabi Uniti firma col Grande Imam di al Azhar uno storico Documento sulla fratellanza umana; in Marocco ribadisce l’importanza del dialogo interreligioso; in Thailandia, lancia appelli per la promozione dei diritti delle donne e dei bambini, e in Giappone, viaggio centrato sulla pace, ripete che e’ immorale non solo l’uso ma anche il possesso delle armi nucleari. In tempi che vedono la rinascita della Guerra Fredda, i nuovi missili russi capaci di volare e colpire come meteoriti, i grandi trattati sul disarmo lasciati scadere tra gli sbadigli, non si tratta di una rievocazione del passato, ma di un allarme per il futuro.(AGI)Fonte foto: Vatican Media