Papa a Chiese riformate: uniti nel testimoniare la misericordia di Dio

Tutti i cristiani siano uniti nel testimoniare la misericordia in un mondo che vive “come se Dio non esistesse”. E’ l’esortazione levata da Papa Francesco nell’udienza in Vaticano alla delegazione del Direttivo della Comunione Mondiale delle Chiese Riformate. Un evento, ha detto il Pontefice, che rappresenta un ulteriore passo nel cammino ecumenico. Da Francesco l’esortazione a favorire quindi un ecumenismo che promuova una comune missione di servizio. L’ultima visita al Papa di una delegazione delle Chiese riformate era avvenuta dieci anni fa con Benedetto XVI. Il servizio di Alessandro Gisotti da Radio Vaticana

Un incontro che è “segno efficace della nostra perseverante determinazione a camminare insieme nel pellegrinaggio verso la piena unità”. Francesco ha tratteggiato così l’udienza alla delegazione del direttivo della Comunione mondiale delle Chiese riformate ed ha subito messo l’accento sui passi fatti tra Chiesa Cattolica e Chiese riformate negli ultimi anni. Una fraternità, ha detto riecheggiando San Giovanni Paolo II, che “si radica nel riconoscimento dell’unico Battesimo” e non è “conseguenza di un filantropismo liberale”. Il Papa ha poi ricordato l’importanza della conclusione della fase del dialogo teologico tra la Comunione Mondiale delle Chiese Riformate e il dicastero per l’Unità dei Cristiani sul tema “La giustificazione e la sacramentalità: la comunità cristiana come operatrice di giustizia”.

La nostra fede in Gesù, ha detto il Pontefice, ci “spinge a vivere la carità mediante gesti concreti”. E, ha soggiunto, che in un mondo dove sperimentiamo spesso una “desertificazione spirituale”, tutti i cristiani sono chiamati  “a testimoniare insieme l’amore misericordioso di Dio, vero antidoto di fronte al senso di smarrimento e all’indifferenza che sembrano circondarci”:

“Especialmente allí donde se vive como si Dios no existiera…”
“Soprattutto là dove si vive come se Dio non esistesse – ha detto – le nostre comunità cristiane sono chiamate ad essere anfore che dissetano con la speranza, presenze in grado di ispirare fraternità, incontro, solidarietà, amore genuino e disinteressato”. Esse, ha soggiunto, “sono tenute ad accogliere e ravvivare la grazia di Dio, per non chiudersi in se stesse e aprirsi alla missione”. “Non è possibile, infatti – ha ammonito – comunicare la fede vivendola in maniera isolata o in gruppi chiusi e separati, in una sorta di falsa autonomia e di immanentismo comunitario”. Così facendo, infatti, “non si riesce a rispondere alla sete di Dio che ci interpella e che emerge anche da molteplici nuove forme di religiosità”. Francesco ha poi messo in guardia da un ripiegamento “su sé stessi e sui propri bisogni, favorendo una sorta di ‘consumismo spirituale’”:

“Se necesita urgentemente un ecumenismo…”
“Vi è urgente bisogno – ha affermato – di un ecumenismo che, insieme allo sforzo teologico per ricomporre le controversie dottrinali tra i cristiani,  promuova una comune missione di evangelizzazione e di servizio”. Certo, ha constatato, ci sono già “molte iniziative e buone collaborazioni in diversi luoghi”. Tuttavia, è stata la sua esortazione, “tutti possiamo fare di più, insieme, per offrire una testimonianza viva ‘a chiunque domandi ragione della speranza che è in noi’: trasmettere l’amore misericordioso del nostro Padre, che gratuitamente riceviamo e generosamente siamo chiamati a ridonare”.

“Que este encontrarnos sirva de ánimo…”
“Il nostro ritrovarci – ha dunque concluso il Papa – possa incoraggiare tutte le comunità riformate e cattoliche a continuare a lavorare insieme per trasmettere la gioia del Vangelo agli uomini e alle donne del nostro tempo”.

La realtà delle Chiese riformate raccolte sotto la sigla del Wcrc è articolata e diffusa a livello internazionale. A illustrarla, al microfono di Philippa Hitchen, è il delegato del Pontificio Consiglio Promozione Unità dei Cristiani, don Avelino Gonzalez-Ferrer:

R. – The Wcrc is a union of two separate groups…
Il Wrcr (World Communion of Reformed Churches – Comunione mondiale delle Chiese riformate) è un’unione di due gruppi distinti, al quale spesso ci si riferisce con la definizione di “Consiglio ecumenico mondiale delle Chiese riformate”. Nel 2010, questi due gruppi si sono uniti e sono confluiti nel Wcrc e dunque sono questi oggi i nostri più diretti interlocutori. Rappresentano oltre 205 Chiese membri in un centinaio di Paesi, è un’istituzione piuttosto ampia. Le Chiese che si raggruppano in questa Comunione sono, tra le altre, le Chiese congregazionale, la Chiesa presbiteriana, i Riformati olandesi, le Chiese unite e unitariane e le Chiese valdesi. La maggioranza delle Chiese si trovano nel Sud del mondo. La presidenza si trova a Hannover, in Germania, dopo essere stata per molti anni a Ginevra.

D. – Lei diceva che queste comunità ecclesiali sono i suoi maggiori interlocutori: questo dialogo con le Chiese riformate è in atto ormai da mezzo secolo, più o meno…

R. – Very much so. Right after the Second Vatican Council, as you know, …
Esattamente. Come lei sa, il Concilio Vaticano II ha prodotto una grande aspettativa nei riguardi  dell’ecumenismo e del dialogo, della costruzione di ponti che avrebbero aiutato a superare i risentimenti, e via dicendo. Fin dall’inizio, la Chiesa ha aperto il dialogo con le Chiese riformate: questa è la quarta sessione di dialogo internazionale e ciò è molto importante.