Pandemia, 100 milioni di nuovi poveri. Le indicazioni di Caritas Internationalis

Persone in fila per un pasto a Madrid, in Spagna (Reuters / Susana Vera)

La crisi sanitaria globale continua a produrre vittime e ad acompagnarsi ad una grave emergenza sociale ed economica. Una nuova stima della Banca Mondiale parla di 100 milioni di persone cadute in estrema povertà, quasi il doppio rispetto a quanto previsto finora. In questo drammatico contesto, risuonano con forza le parole del Papa, l’invito alla “compassione cristiana”, a non “distogliere lo sguardo dal prossimo”. La riflessione della Caritas internationalis : scenario previsto che richiede decisioni urgenti

Il virus della povertà. Quante volte in questo tempo di pandemia abbiamo letto e sentito tale espressione. Così come abbiamo registrato i progressi verso la realizzazione di un vaccino contro il Covid-19. Prezioso, necessario. I medici, gli scienziati, il mondo della ricerca è da mesi protagonista di un incessante sforzo per arrivare al traguardo. Viene allora da chiedersi se la classe politica, il mondo del lavoro e ciascuno, individualmente, sia altresì impegnato per ottenere un altro vaccino, quello in grado di vincere l’indifferenza. Come ha affermato più volte il Papa, fin dall’inizio dell’emergenza coronavirus, è dai poveri che non deve essere distolto lo sguardo.

Un vaccino per tutti

Numerosi gli appelli in questo senso, compreso quello all’ultima udienza generale, mercoledì 19 agosto. Agire ora per cambiare le “strutture sociali malate” e “far crescere un’economia di sviluppo integrale dei poveri e non di assistenzialismo”, ha ammonito Francesco. La risposta alla pandemia dev’essere quindi duplice. Da un lato “è indispensabile trovare la cura per un virus piccolo ma tremendo, che mette in ginocchio il mondo intero”. “Dall’altro – ha proseguito il Papa – dobbiamo curare un grande virus, quello dell’ingiustizia sociale, della disuguaglianza di opportunità, della emarginazione e della mancanza di protezione dei più deboli”.

L’allarme della Banca Mondiale

Lo scorso 12 marzo, nell’omelia a casa Santa Marta, Francesco ha ricordato quella “globalizzazione dell’indifferenza” di cui parlò già nel suo primo viaggio, a Lampedusa, nella primavera del 2013. “Noi viviamo nell’indifferenza: l’indifferenza è questo dramma di essere bene informato ma non sentire la realtà altrui. Questo – affermava a marzo Francesco – è l’abisso: l’abisso dell’indifferenza”. Oggi dunque ogni cristiano ed uomo di buona volontà non può restare indifferente dinanzi ai dati che arrivano dalla Banca mondiale. La crisi del Covid-19 potrebbe aver trascinato 100 milioni di persone nella povertà estrema in tutto il mondo, molto più di quanto stimato in precedenza. L’avvertimento è arrivato in queste ore dal presidente della Banca mondiale, David Malpass, in un’intervista alla France Presse. L’istituzione stima che tante siano ormai le persone cadute in condizioni di estrema povertà, ma “quel numero potrebbe aumentare” se la pandemia dovesse peggiorare o perdurare, ha aggiunto Malpass. Una stima precedente quantificava sui 60 milioni gli individui vittime della povertà estrema. Il peggioramento rende “imperativo” per i creditori ridurre il debito dei Paesi poveri, ha ammonito David Malpass, andando oltre le richieste di proroga della moratoria sul debito decisa lo scorso aprile.