Palermo. Ave Maria sulla strada: una preghiera-poesia per i malati di tumore

All’esterno del padiglione di Oncologia del Civico ospedale l’installazione su un testo di Giuseppina Torregrossa. «Salvate quelle parole» chiedono alcuni pazienti e medici
L'installazione comparsa all'esterno del padiglione di Oncologia del Civico di Palermo

L’installazione comparsa all’esterno del padiglione di Oncologia del Civico di Palermo

Da Avvenire

«Ave Maria prega pi’ tutti chiddi ca si trovano ’nta sta via… ». Sono le struggenti parole iniziali di una poesia-preghiera, che per cento metri accompagna da qualche giorno chi entra e chi esce dal padiglione di Oncologia dell’ospedale Civico di Palermo. I malati si fermano stupiti, osservano quelle lettere bianche come i camici dei medici dipinte ordinatamente sulla scala e sull’asfalto, le leggono una dopo l’altra e si commuovono.

Una ‘via crucis’ di dolore e lacrime, ma anche di grande speranza, di una donna che ha raccontato in versi, in un’unica riga, la storia di chi riceve la diagnosi del cancro al seno, si sottopone agli interventi chirurgici e alle terapie devastanti, la perdita di capelli, ma ne viene fuori più forte di prima, tenacemente aggrappata alla vita. «…Ave Maria io ti ringrazio. Stretta la foglia, larga la via. Ave Maria, io sugnu arrè mia». Quella donna è Giuseppina Torregrossa, nota scrittrice palermitana, che ha donato un suo inedito in dialetto siciliano, dipinto per terra da Stefania Galegati, a una mostra molto speciale che avrebbe dovuto essere inaugurata il 29 febbraio, al padiglione 24, dove la psicologa Elena Foddai e il primario di Chirurgia oncologica, Pierenrico Marchesa, hanno fondato da tempo una galleria d’arte. L’idea era quella di mettere insieme un gruppo di opere e di artiste che hanno vissuto direttamente o indirettamente un’esperienza di malattia oncologica.


Una preghiera-poesia per i malati di tumore comparsa di notte, che ora l’ospedale vuole rimuovere. L’autrice: «Non cancellatela». In tanti sono con lei


L’installazione è poi stata rinviata a data da destinarsi, la struggente invocazione, invece, è stata realizzata nottetempo, lasciando di stucco pazienti e personale sanitario. Il dottor Livio Blasi, direttore dell’Oncologia medica del Civico, si era detto «emozionato, perché sembra trattarsi di una paziente che ha superato la malattia, il tumore della mammella. Oggi nell’oltre 90% dei casi, grazie alla prevenzione e alle terapie esistenti, si giunge alla guarigione completa. Credo che questa preghiera-poesia sia un messaggio molto positivo, invita i pazienti a sottoporsi ai trattamenti, a credere nella medicina». Ma mercoledì mattina, dopo una lunga riunione in direzione generale dell’Azienda ospedaliera Civico si è deciso di cancellare la lunga scritta, in attesa di fissare una nuova data per l’installazione.

Una scelta che sta ricevendo le critiche di molti, che chiedono invece di «salvare quel messaggio di speranza». Prima fra tutte proprio l’autrice, felice dell’impatto emotivo che ha generato. «Qualora mancassero le autorizzazioni, proviamo a sanare la questione, non cancelliamo una preghiera alla Madonna che accompagna dalla malattia alla guarigione – dice Giuseppina Torregrossa –. In caso contrario, manderò una lettera del mio avvocato con cui diffiderò l’ospedale dall’usare il mio testo, un atto di generosità artistica ».