DA PADOVA SARA MELCHIORI – avvenire
Sembra esserci più attesa quest’anno per la festa di sant’Antonio, che si celebra domani. Sarà l’effetto dell’ostensione del corpo di Antonio, che ha portato oltre 200mila fedeli a pregare sulle reliquie del frate portoghese, sarà la necessità di ricorrere al Santo vicino alle vicende della vita in questi tempi così difficili. Tant’è. La Basilica è meta da giorni di pellegrinaggi per la Tredicina e stasera nel quartiere Arcella si rivivrà il «Transito», in cui si rievocano le ultime ore di vita del Santo. La manifestazione inizia alle 20 in piazza Azzurri d’Italia e terminerà nella chiesa di Sant’Antonino. Alle 21.30, le parrocchie della città sono invitate a partecipare al concerto di campane che annuncia la festa. Domani Padova si sveglierà con alcune vie drappeggiate di stendardi con il giglio, la Basilica sarà aperta dalle 5.30 per una serie ininterrotta di celebrazioni, tra cui quella solenne delle 11 presieduta dal vescovo, monsignor Antonio Mattiazzo che, come ogni anno, ha inviato un messaggio alla città, dal titolo «La linfa del Vangelo per una rinnovata vita cittadina». Un invito a rinnovare le radici della propria fede facendo riferimento a sant’Antonio, «splendida testimonianza di vita evangelica che dalla fonte del Vangelo ha attinto e profuso sulla città la grazia di un rinnovamento profondo dei cuori, delle coscienze, delle relazioni sociali, fondate sulla giustizia e la solidarietà, aperte su orizzonti di universalità e di speranza». Un santo che richiama le folle in quanto lo percepiscono «come un ‘amico’ vicino a Dio […]che porge aiuto nelle prove e nelle tribolazioni della vita, che è sostegno, infonde speranza ai poveri […] espressione di una fede semplice, concreta, ma non per questo meno genuina, molto simile a quella delle folle che accorrevano a Gesù…». Il vescovo chiede inoltre una conversione morale e spirituale: «La città, con tutti noi che la abitiamo, ha bisogno di un profondo rinnovamento spirituale anzitutto, di una ricarica di speranza vera. Guardiamo a Sant’Antonio: tiene in braccio Gesù Bambino, Dio fatto uomo umile e povero, e il Vangelo. Sono i riferimenti, gli ideali, gli appoggi più alti e consistenti per una vita personale e sociale ricca di significato e di autentico umanesimo».