Ortodossi-cattolici, nuova stagione di dialogo

ANTICIPAZIONE / Lunga e rara intervista con il numero due del Patriarcato ortodosso di Mosca. L’incontro tra Kirill e Francesco a Cuba, le reliquie di san Nicola… L’Europa? Da ricristianizzare
da Avvenire

Lo storico incontro del 2016 tra papa Francesco e Kirill ha aperto una nuova stagione di dialogo ecumenico tra Chiesa cattolica e
Patriarcato ortodosso russo. Ora si tratta di rafforzare la testimonianza comune, a partire dai temi della Dichiarazione comune firmata a Cuba. Dalla difesa e salvaguardia dei cristiani perseguitati alla difesa della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna. In una lunga e rara intervista concessa ad Avvenire il metropolita ortodosso Hilarion Alfeev, 53 anni, vescovo di Volokolamsk e presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca si sofferma sul cammino del dialogo e sulla necessità di “ricristianizzare” un’Europa che in campo etico ha rinunciato ai suoi valori tradizionali.
«Secondo le stime dell’istituto di ricerca Pew research center – spiega –, l’Europa sarà prossimamente l’unica a veder diminuire cristiani, mentre in tutti gli altri continenti il loro numero sembra destinato a salire. Ciò non vuol dire che debba accadere per forza. Niente ci impedisce di combattere questa tendenza e di “ricristianizzare” l’Europa. In Russia e nell’area post-sovietica noi ci occupiamo di “ricristianizzazione” giorno e notte. Devo ammettere che i risultati ottenuti sono eccezionali. Se trent’anni fa la Chiesa ortodossa russa contava seimila parrocchie e venti monasteri, oggi il numero di parrocchie arriva a quarantamila e i monasteri stanno per toccare il migliaio. Abbiamo aperto in media mille chiese l’anno, ovvero tre al giorno. Non esito a definire questo fenomeno una vera e propria rinascita della fede cristiana. Senza precedenti. E tutto questo è avvenuto nel cuore dell’Europa
dell’Est! A mio avviso, l’indebolimento delle posizioni del cristianesimo in Europa è dovuto a tre tragici eventi che hanno segnato la nostra storia. Il primo: la divisione del mondo cristiano in Occidente ed Oriente con le conseguenti separazioni interne avvenute in Occidente. Il secondo: la secolarizzazione con la conseguente scomparsa degli Stati cristiani. Il terzo: la reazione. Invece di “cristianizzare” la società secolare, si è scelta la via dell’adattamento ai valori secolari. Soprattutto per quest’ultimo motivo il cristianesimo ha cessato di essere per la gente una fede viva, divenendo agli occhi di molti niente più che un patrimonio storico-culturale».
L’incontro tra papa Francesco e Kirill è stato seguito da altri appuntamenti importanti: come la visita a Mosca del segretario di Stato vaticano, il cardinale Parolin, il pellegrinaggio delle reliquie di san Nicola, il recente viaggio in Russia del clero di Roma guidato dal cardinale De Donatis…
Si può dire che tanto la visita a Mosca del segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin come il pellegrinaggio in Russia del clero romano guidato dal cardinale De Donatis siano stati dirette conseguenze del pellegrinaggio in Russia delle sacre reliquie di san Nicola. Il pellegrinaggio a Mosca e Pietroburgo del santo più venerato ed amato in Russia è stato senza dubbio un evento storico. Non solo per il nostro Paese ma anche per molti altri Stati e popoli. A proporre che le reliquie del santo lasciassero temporaneamente la cripta della Basilica di san Nicola a Bari per recarsi in Russia, dove, sotto la salvaguardia della Chiesa ortodossa russa, milioni di credenti avrebbero potuto venerarle e prostrarsi di fronte a loro, è stato papa Francesco, durante il suo incontro con il Patriarca di Mosca a L’Avana. Soltanto il Papa avrebbe potuto prendere una tale decisione. In due mesi di pellegrinaggio sono riusciti ad inchinarsi davanti alle sacre reliquie circa due milioni e trecentomila fedeli provenienti da Russia, Bielorussia, Ucraina, Moldova e altri Paesi. Oltre quattordicimila volontari hanno aiutato i pellegrini. Abbiamo anche sentito un grande supporto da parte delle autorità. Come ha detto il patriarca Kirill, la venuta delle reliquie di san Nicola in Russia, dov’è così venerato ed amato, nell’anno del primo centenario della rivoluzione del 1917, è stato un gesto di grande grazia del Signore e di grande amore del Taumaturgo nei confronti del nostro Paese. Si può dire che niente abbiano fatto secoli di diplomazia ecclesiastica per le relazioni fra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa in confronto rispetto ai due mesi di pellegrinaggio delle reliquie di san Nicola Taumaturgo in Russia dove tutti sapevano che ciò era stato possibile grazie al comune accordo fra il Papa ed il Patriarca.