Oltre i pregiudizi: niente, e con tanti “ritardi”

«Oltre le colline»… la pianura? No: è un film con la storia di Alina, ragazza innamorata di un’altra che però si è fatta monaca, e lei la insegue per riportarsela via. Su “Repubblica” (tutta p. 41: «La guerra di Alina nel Convento del diavolo abitato da fantasmi») Natalia Aspesi è incantata e come al solito per lei la religione è bersaglio su cui appuntare tutti i pregiudizi, ove soprusi e orrori sono il tutto. Film ambientato in Romania, patria di Dracula. Con appendice sconsolata: da quelle parti «gli esorcismi sono ancora molto praticati». E già… Film «oltre le colline», mai però che su certe pagine si riesca ad andare oltre i pregiudizi! C’è spazio anche su “La Stampa” (p. 34): «Oltre le colline: com’è difficile scegliere tra fede e consumismo». Un riassunto un po’ piatto e quasi neutrale della storia, ma già meglio! Per fortuna sul “Corsera” – “Spettacoli”, p. 42: «Amiche di fede tradita» – Maurizio Porro racconta la storia senza insistere sugli orrori granguignoleschi e offre al lettore questa conclusione distaccata e sapiente: «Dietro nevrosi, paure a carenze affettive protette dalla croce fa capolino, arrivando tardi, Freud. Niente giudizi sentenza. Ciascuno porta a casa un verdetto e riguarda “Viridiana”». Già. Freud in ritardo, e in ritardo anche certa scimmiottatura al ribasso, molto al ribasso, di Buñuel, l’«ateo per grazia di Dio», grande regista che mezzo secolo fa – altra classe, altre profondità: “Viridiana”, appunto, ma anche, se occorre, “La via lattea”, e “L’Angelo sterminatore” – ebbe a toccare tasti solo apparentemente simili ove cultura e arte, storia e fantasia avevano spazio ben più serio. «Unicuique suum»! Vale anche per il cinema…

a cura di Gianni Gennari – avvenire.it