Nuovo vescovo di Brescia, il toto-nomi per il dopo-Monari

Potrebbe giungere in settimana la nomina del nuovo vescovo di Brescia e, nell’attesa dell’annuncio ufficiale, sembra farsi largo fra le ipotesi e le congetture una «pista milanese» per individuare il possibile successore di monsignor Luciano Monari.
Quanto ai tempi, tutto lascia pensare che il nome sia stato individuato in Vaticano ma ci siano alcuni vincoli circa l’annuncio. Il protocollo, o almeno il garbo ecclesiastico, vuole che il titolare si trovi in sede al momento dell’annuncio.
L’agenda di monsignor Monari dice che il vescovo è assente da Brescia ma non troppo lontano: per un passaggio del genere potrebbe lasciare temporaneamente gli esercizi spirituali che sta dettando in Emilia e rientrare per una mezza giornata a Brescia. La settimana prossima invece sarà lontano da piazza Vescovado, il che farebbe slittare a fine mese l’annuncio.

Pierantonio Tremolada

Certo è che dopo la nomina di mons. Mario Delpini a successore del cardinale Scola il puzzle delle nomine nell’episcopato lombardo sta trovando una sua composizione ed è lì che le congetture incrociano ben tre nomi di area milanese.
In cima alla lista c’è il nome di monsignor Pierantonio Tremolada che è nato il 4 ottobre 1956 a Bareggio, frazione di Lissone (Monza, diocesi però di Milano). Tremolada, che si è laureato al Biblico, nel 2014 è stato nominato vescovo ausiliare di Milano. Un biblista molto attento al tema della formazione, tanto che è delegato per la Cei lombarda per la Scuola e la pastorale universitaria.

Franco Giulio Brambilla

Un nome di peso per la successione a Monari è anche quello di monsignor Franco Giulio Brambilla, nato a Missaglia il 30 giugno del 1949, laureato alla Gregoriana, dal 2006 al 2012 preside della facoltà teologica dell’Italia settentrionale. Brambilla è stato ordinato vescovo insieme a mons. Mario Delpini e – dopo essere stato vescovo ausiliare a Milano – nel 2011 è stato nominato vescovo di Novara. Il suo nome era già stato fatto sia per la successione a Scola, sia per la presidenza della Cei: attualmente della Conferenza episcopale italiana è vicepresidente per l’Italia settentrionale (lo stesso incarico che ebbe mons. Monari).

Luca Bressan

Un outsider in questa corsa, e una potenziale sorpresa, potrebbe essere monsignor Luca Bressan, il più giovane dei tre: nato a Varese il 24 ottobre 1963, ha studiato antropologia religiosa e ha conseguito un dottorato in teologia a Parigi. Non ha ancora l’ordinazione episcopale: sarebbe un vescovo di prima nomina. A Milano è attualmente vicario episcopale per la cultura, la carità, la missione e l’azione sociale. Si è messo in luce nell’organizzazione della recente visita di papa Francesco a Milano e per la diocesi ambrosiana ha affrontato alcuni dei temi di attualità più scottante, dal funerale per Dj Fabo alla moschea di Milano, terreni sui quali è stato portavoce di posizioni di notevole apertura.

Gli altri

Le scelte effettuate per il vicario di Roma e l’arcivescovo di Milano (in entrambi i casi si è trattato di sacerdoti della diocesi) ha fatto vacillare la convinzione che un bresciano non possa essere nominato vescovo di Brescia. Questo ha riaperto ipotesi e congetture circa la possibilità di un ritorno a Brescia di mons. Francesco Beschi (65 anni, da 6 anni vescovo a Bergamo), monsignor Vincenzo Zani (67 anni, da 5 segretario della Congregazione per l’educazione cattolica) e mons. Carlo Brescani (68 anni, da tre vescovo a San Benedetto del Tronto). Ipotesi, congetture a cui fra pochissimi giorni potrebbe porre la parola fine l’annuncio della decisione di papa Francesco.

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