Numerose le iniziative estive di formazione ecumenica per una cultura dell’accoglienza. Scuole di dialogo

L’Osservatore Romano
(Riccardo Burigana) Formazione al dialogo per la trasmissione delle parole e dei gesti per una cultura dell’accoglienza: questa sembra essere diventata una delle priorità degli organismi ecumenici, osservando quali e quante sono state le iniziative promosse per la formazione al dialogo in tante parti del mondo, con una particolare attenzione ai percorsi pensati per i giovani, soprattutto nel mese di luglio appena trascorso.
Si tratta di una pluralità di iniziative che, in forme molto diverse, si possono ricondurre alla comune prospettiva della necessità di conoscere e di far conoscere quanto i cristiani hanno fatto, soprattutto in questo inizio di XXI secolo, per rafforzare il cammino verso la piena unità visibile della Chiesa, senza che questo possa precludere la strada a un dialogo con le altre religioni, a partire dalla ricerca di valori comuni per offrire un contributo concreto alla società contemporanea.
Naturalmente, ci sono delle proposte con una lunga tradizione alle spalle, come quella del seminario estivo dell’Institute for Ecumenical Research della Federazione luterana mondiale che, anche quest’anno, a Strasburgo, ha raccolto cristiani, in stragrande maggioranza luterani, per approfondire un tema ecumenico. Il seminario, giunto alla sua cinquantatreesima edizione, ha affrontato il tema «Le dottrine dividono e la spiritualità unisce», in modo da cogliere «quanto certe forme di spiritualità, che originalmente sono sorte in una Chiesa o in un’altra, sono diventate familiari a un numero sempre più grande di cristiani di Chiese diverse».
Su un altro piano, ma con una lunga storia alle spalle, si colloca la sessione annuale dell’organizzazione di laici di confessioni diverse Avents–Amitié entre chrétiens: quest’anno a Sées, in Francia, si è discusso del rapporto tra ricezione e trasmissione della fede come passaggio fondamentale per la vita della Chiesa. A una tradizione più recente appartengono il corso intensivo, all’università di Utrecht, nei Paesi Bassi, sulla dimensione ecumenica della Chiesa vetero-cattolica e del suo ruolo nel cammino ecumenico e l’incontro a El Espinar, in Spagna, del Centro ecuménico misioneras de la Unidad che quest’anno è stato dedicato a «La fede e la Chiesa al servizio del mondo», per valutare, proprio alla luce di quanto viene fatto in campo ecumenico, come può crescere la collaborazione tra cristiani nel servizio “diaconale” al mondo.
Nel Regno Unito, a Birmingham, per tre giorni si sono approfonditi metodo e prassi del dialogo interreligioso, mentre a Bossey, in Svizzera, si è appena svolto un seminario per formare i cristiani a essere testimoni in un mondo multiculturale e multireligioso.
Sempre nell’ambito delle molteplici iniziative, ricordiamo quella di Volos, in Grecia, dove si è tenuto un corso promosso dalla locale Accademia per gli studi teologici, rivolto al clero e ai laici della Chiesa ucraina autocefale per rafforzare i legami tra Costantinopoli e Kiev, tanto che i partecipanti al corso sono stati ricevuti dal patriarca Bartolomeo a Istanbul.
Anche in Italia si è venuta affermando l’idea dell’importanza di una formazione estiva al dialogo; accanto all’esperienza della sessione estiva del Segretariato attività ecumeniche (Sae), anche quest’anno si è tenuto ad Assisi il corso regionale di formazione ecumenica promosso dalla Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale della Toscana; mentre dal 5 all’8 settembre si terrà la seconda edizione della Summer School per il dialogo islamo-cristiano per i giovani (Monte Sole), voluta dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo della Cei, dalla Comunità religiosa islamica italiana, dall’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia e dalla Confederazione islamica italiana per testimoniare il comune impegno alla costruzione di un dialogo che nasce dall’esperienza e si alimenta dalla conoscenza dell’altro.
Infine, la Conferenza cristiana dell’Asia ha promosso nei giorni scorsi un momento di incontro con l’Asian Ecumenical Institute rivolto ai giovani così da offrire loro la possibilità di una conoscenza, anche alla luce di esperienze di dialogo in Asia, di cosa il cammino ecumenico sta facendo, con un costante impegno per la creazione di un dialogo interreligioso, in difesa dei diritti umani, in nome dell’annuncio della parola di Dio.
L’Osservatore Romano, 7-8 agosto 2019