Nostradamus e Malachia. Profezie sull’Anno Santo L’accenno di Bergoglio al “pontificato breve” alimenta misteri, dietrologie e facili complotti

Quando venne eletto, il 13 marzo 2013, Francesco avvertì subito che era un Papa che arrivava«dalla fine del mondo». Scatenando collegamenti con profezie di santi, monache e veggenti. Da Nostradamus a Malachia, alla beata Katharina Emmerick. Perché lui è stato visto, in quanto gesuita dalla funerea tonaca, come il «Papa Nero» che annuncia l’Apocalisse e la fine dei tempi. Il pastore che pascerà i fedeli durante «un’epoca di tribolazioni» che porteranno alla distruzione di Roma. Profezie che sembrano rilanciate dall’annuncio dell’Anno Santo straordinario del 2016, dedicato alla misericordia. «Un’uscita di scena straordinaria», per qualcuno. «Un sigillo ecclesiale», sottolinea don Bruno Secondin, docente emerito di Teologia alla Gregoriana. Parole seguite alla sensazione di Josè Maria Bergoglio, condivisa con i fedeli, che il suo potrebbe essere un pontificato breve. Perché? Il Papa sta forse male? A vederlo sprizza energia. Vorrebbe dimettersi come Benedetto XVI?

Dietrologie e falsi complotti hanno così preso il volo. Ma c’è chi riconduce tutto (e sempre) alle profezie. «Le parole del Papa mi preoccupano perché sembrano mutuate dallo svelamento di una quartina di Nostradamus dove si parla di potenti e di sete straordinaria che si stringe intorno al Pontefice della vera fede», spiega Renucio Boscolo, numerologo e scrittore. «Nostradamus mette in relazione Papa Francesco alla terza parca, Aproco, colei alla quale era assegnato il compito di recidere il filo. Aproco, che significa anche «stravolgimento», lascia intendere che il pontificato di Bergoglio non sarà simile a nessun altro e che la sua uscita di scena sarà straordinaria». Straordinaria ma «non per forza segnata da un evento tragico». A tagliare il filo con il passato ci penserà la Misericordia. Sentimento di compassione patrimonio di ogni cristiano, ma anche spada usata nel Rinascimento per finire il nemico. Nostradamus parla poi della «religione dei Mari, il cristianesimo, profetizzandone il trionfo dopo aver affrontato la Setta del Califfo». Da qui all’Isis e al«caput nigro» (vestito di nero) Abu Bakr al-Baghdadi il passo è breve. «Il Giubileo annunciato è un po’ il sigillo ecclesiale di Bergoglio», insiste il teologo Secondin. Riportando il pensiero complottista ai sette sigilli dell’Apocalisse. Che verranno aperti quando Pietro il Romano governerà la Chiesa. E identificandolo proprio in Francesco, pontefice che prima di tutto vuole essere vescovo di Roma. Seppure i più arditi vedono le 12 stelle della bandiera dell’Unione Europea a simboleggiare l’Apocalisse.

Alessandra Zavatta – Il tempo