Nelle tappe della guarigione di Bartimeo sono identificabili momenti della vita e dell’esperienza del discepolo. Commento letture di don Fabrizio Crotti

XXX Domenica Tempo Ordinario 23 Ottobre 2012

Nelle tappe della guarigione di Bartimeo sono identificabili momenti della vita e dell’esperienza del discepolo: situazione iniziale di povertà e bisogno, forza di gridare a Gesù senza lasciarsi frenare dalle opposizioni, rapidità nel muoversi con decisione non appena si profila la possibilità di una risposta, concentrazione
davanti a Gesù sulla sola cosa veramente indispensabile, la capacità di passare dalla gioia del dono ricevuto alla perseveranza
della sequela.

Il collegamento fondamentale fra il testo di Geremìa e la pericope evangelica è dato dalla menzione dei ciechi tra le categorie che torneranno dall’esilio. L’accostamento permette di vedere la sequela cristiana – rappresentata da Bartimeo che ottenuta la vista cammina dietro a Gesù – come la continuazione
necessaria del nuovo esodo.  La “strada diritta” che Dio prepara per l’uscita da Babilonia è continuata nel cammino di Gesù, che si prolunga ulteriormente nelle scelte difficili del discepolo.
L’espressione “egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore” (Eb) può essere applicata a Gesù che si interessa di Bartimeo e dei discepoli accecati dall’incomprensione. Solo attraverso la morte e la risurrezione, che sono il cuore del sacerdozio di Gesù, i discepoli possono diventare capaci di vedere il Risorto. (16,7)

di don Fabrizio Crotti