Nel Bolognese. Morti bimbo e neonata: il dolore e la prova di una comunità

Morti bimbo e neonata: il dolore e la prova di una comunità

Il destino di Alessandro e Martina si è compiuto a poche ore di distanza ed è un mistero che la ragione non riesce ad accettare. Per andare avanti, la piccola comunità di Minerbio, paese di nemmeno novemila abitanti in provincia di Bologna, in questi giorni tribolati si sta aggrappando alla fede, perché soltanto così è possibile pensare che non ci sia un disegno cattivo dietro la morte, in nemmeno 24 ore, di un bambino di 19 mesi e di una neonata di 24 giorni. Due piccoli che abitavano a poche strade di distanza e che hanno concluso la loro breve esistenza uno all’asilo nido e l’altra nella culla di casa. Portati via, lui da un malore durante il riposino dopo il pranzo e lei dalla sindrome della “morte improvvisa del lattante”, che ha già segnato tante, troppe famiglie. Come quelle di Alessandro e Martina a cui tutto il paese si è stretto in un abbraccio, che domani sera diventerà una fiaccolata voluta dalle mamme di Minerbio. Un ulteriore segno di vicinanza e di solidarietà a queste famiglie così duramente colpite dal doppio lutto.

«La vita è un dono e anche attraverso queste prove ne scopriamo il valore prezioso», dice il parroco, don Franco Lodi, anch’egli incredulo, che ha incontrato i giovani genitori. «Ci siamo trovati in chiesa per un momento di preghiera e abbiamo parlato a lungo», racconta il sacerdote, dopo l’abbraccio con la mamma e il papà di Alessandro. Due ragazzi molto impegnati in parrocchia, come anche i nonni, che stanno cercando nella preghiera le risposte al proprio dolore.

Nella certezza che l’amore che hanno riversato sul loro piccolo non andrà perduto e che la pur breve esistenza del loro bambino è scritta, da sempre, nel disegno buono della Provvidenza. «Hanno sentito la necessità di affidare questo bimbo a Chi glielo ha donato – riprende don Franco – rileggendo ciò che stanno vivendo alla luce della fede. Sono una famiglia molto unita e questo sicuramente li aiuterà a superare questa prova».

Anche la magistratura locale vuole fugare ogni dubbio e ha disposto l’autopsia sul corpicino di Alessandro, aprendo un fascicolo d’indagine contro ignoti, ipotizzando il reato di omicidio colposo. Sconvolte le educatrici del micronido “Mary Poppins”, dove è avvenuta la tragedia e dove hanno tentato le prime manovre di rianimazione. Con le maestre ha parlato il sindaco di Minerbio, Lorenzo Minganti, che ancora non si dà pace per l’accaduto. «Sono molto provate – riferisce – e hanno preferito non riaprire la scuola. È in programma un incontro con tutti i genitori e, insieme, si deciderà quando riprendere». Alla riapertura, il grande vuoto lasciato dal piccolo Alessandro sarà una prova ancora più dura da affrontare. Ma il sostegno di una comunità unità sarà la base da cui ripartire. Insieme.

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