Nel 2017 i cinquecento anni della Riforma protestante saranno celebrati nel segno di una grande apertura

 

di Nikolaus Schneider

 

Nel 2003 il cardinale Walter Kasper, in occasione dell’assemblea plenaria della Federazione luterana mondiale riunita a Winnipeg, ricordò il cinquecentesimo l’anniversario della Riforma protestante che cade nel 2017 e sollevò la questione della dimensione ecumenica dell’evento. Poco dopo, l’allora presidente della Sassonia-Anhalt, Böhmer, accolse l’invito incoraggiando Stato e Chiesa a riflettere insieme sull’anniversario. Costatiamo con gratitudine che allo stato attuale non solo il governo federale tedesco, ma anche diversi länder e comuni interessati hanno deciso di “entrare in gioco”, lasciandosi coinvolgere nella preparazione dell’anniversario. Bisogna anche dire, che nel Bundestag tedesco non è certamente cosa consueta, che tutti i partiti siano concordi, in particolare nel dichiarare, come avvenuto nel mese di novembre 2011, che l’anniversario della Riforma nel 2017 è da ritenersi “un evento di portata mondiale”, degno di essere promosso e sostenuto dal governo federale.
In primo luogo va sottolineato Martin Lutero e la Riforma hanno posto al centro la riscoperta del Vangelo. Nel 2017 non celebriamo l’anniversario della nascita della nostra Chiesa evangelica – che d’altronde, a nostro parere, si colloca bene nell’azione salvifica di Gesù Cristo e nella predicazione e l’azione degli Apostoli che ha dato vita a tante comunità – ma celebriamo piuttosto il fatto che il Vangelo, con la Riforma, abbia trovato una nuova strada per raggiungere l’uomo. I nostri più importanti punti di riferimento per l’anniversario della Riforma sono i cosiddetti quattro soli: solus Christus, sola scriptura, sola gratia, e sola fide.
Dal 2008 cerchiamo, in dieci tappe annuali dedicate a temi diversi, di misurare “la larghezza, la lunghezza, la profondità e l’altezza” (cfr. Efesini, 3, 18) di questo significato evangelico della Riforma, con tutti i limiti che questo movimento comporta. Infatti, il Vangelo liberava, e libera, l’uomo dalla necessità di fare degli sforzi spesso disperati – e in ultima analisi del tutto inutili – per giustificare se stesso, attingendo alle proprie forze e alla sua capacità di non commettere errori.
Essendo consapevoli di questa libertà, quest’anno tratteremo il difficile tema “Riforma e tolleranza”. Vogliamo riflettere anche sulle ombre, le crudeltà e le distruzioni provocate da Lutero stesso, ma anche dall’insieme della Riforma nella sua intolleranza. In questo modo desideriamo anche correggere l’immagine classica di Martin Lutero “eroe”, che aveva invece, come emerge chiaramente dagli studi più recenti sulla sua persona, una personalità ambivalente: nonostante possedesse delle capacità ammirevoli e avesse delle ispirazioni teologiche persistenti, era anche tremendamente polemico e vergognosamente antigiudaico.

(©L’Osservatore Romano 10 aprile 2013)