Musica. La fede vichinga sbarca all’Eurofestival

Il danese Rasmussen sarà all’Eurovision Song Contest con una canzone ispirata a san Magnus Erlendsson

Il danese Rasmussen sarà all’Eurovision Song Contest con una canzone ispirata a san Magnus Erlendsson

Ormai da tempo l’Eurovision Song Contest non è solo il più importante concorso musicale d’Europa e uno degli show televisivi più visti al mondo, con 200 milioni di telespettatori, ma è anche un mezzo per raccontare storie o lanciare messaggi sociali. L’edizione 2018, che andrà in scena stasera, giovedì e sabato dalla Altice Arena di Lisbona (diretta tv su Rai 4 le due semifinali, su Rai 1 la finale, sempre alle ore 21) ne racconterà tre molto forti. Ermal Meta e Fabrizio Moro parleranno di terrorismo con la loro Non mi avete fatto niente. Per la Francia invece il duo Madame Monsieur canterà la bella storia – della quale “Avvenire” aveva già riferito – della piccola Mercy, figlia di una migrante e nata il 21 marzo 2017 su una nave umanitaria nel canale di Sicilia. Se Italia e Francia accedono direttamente alla finale di sabato, giovedì nella seconda semifinale sarà il turno della Danimarca con un vero e proprio caso: la canzone in gara si ispira a san Magnus Erlendsson.

A cantare Higher ground sarà Rasmussen, intrerprete di musical. Magnus Erlendsson era un nobile norvegese, conte delle isole Orcadi convertito al cristianesimo, che governò le isole scozzesi fra il 1106 e il 1115 all’insegna del dialogo, della pace e del rifiuto della guerra. Per ben due volte infatti rifiutò di combattere: nel 1098, nel corso di un raid vichingo sull’isola di Anglesey, durante il quale restò sulla nave a recitare i salmi, e nel 1115, quando trovò la morte la sera di Pasqua dopo aver rifiutato di contendersi col cugino Haakon il governo fino al- lora condiviso, della contea. Aveva appena pregato per le anime dei suoi carnefici. Fu canonizzato nel 1898 da papa Leone XIII. Il poeta orcadiano George Mackay Brown (cattolico) lo immortalò in un suo romanzo mentre il compositore Peter Maxwell Davies scrisse un’opera sul suo martirio. Entrambi gli hanno intitolato il grande festival di musica classica che si tiene ogni giugno a Kirkwall.

La canzone di Rasmussen parla del dialogo come risoluzione dei conflitti: «L’ispirazione degli autori è stata proprio la storia di Magnus – dice l’artista al sito Eurofestival News – e anche se il tempo era diverso, il messaggio è sempre valido: allora per lui rifiutarsi di attaccare fu una grande responsabilità, oggi a noi la sua vicenda insegna che è fondamentale cercare di capirsi l’uno con l’altro. Non siate testardi, non incrociate le braccia ma anzi, ascoltate le persone a braccia aperte: quasi sempre questo porta al risultato cioè al comprendersi». La sua vicenda è raccontata anche dalle saghe della tradizione nordeuropea, sulla base delle quali gli autori – un team svedese – hanno scritto il testo.

Non si tratta della prima canzone con riferimenti religiosi nella storia dell’Eurofestival. Sebbene il regolamento vieti citazioni esplicite che rimandino a politica o confessioni religiose (in ogni caso il nome di san Magnus nel testo della canzone non compare mai), per ben due volte hanno vinto canzoni con chiari rimandi alla fede,Hallelujah (degli israeliani Gali Atari & Milk and Honey, nel 1979) e Hard Rock Hallelujahdei finlandesi Lordi nel 2006, che sotto le pesanti maschere ispirate al cinema horror portarono un inno alla potenza di Dio («Gli angeli del rock n’roll portano l’Hallelujah / Nella creazione di Dio Altissimo e soprannaturale / Solo chi crede davvero / sarà salvato »). Nel 2014 per la Svizzera salirono sul palco i Takasa, una band composta da membri dell’Esercito della salvezza, l’organizzazione umanitaria evangelica.

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