Montecchio e la montagna festeggiano don Vezzosi

MONTECCHIO. C’era anche il sindaco di Montecchio, con la fascia tricolore d’ordinanza, nella chiesa di San Martino a Pantano di Carpineti. Paolo Colli, infatti, non è voluto mancare alla festa per l’anniversario della prima messa di monsignor Antenore Vezzosi, che da oltre mezzo secolo serve la comunità di Aiola ma che aveva iniziato il suo servizio proprio da questo santuario.

Oltre al primo cittadino, poi, tantissimi parrocchiani di Villa Aiola hanno raggiunto la frazione di Pantano unendosi ai carpinetani per festeggiare i 60 anni di servizio di don Vezzosi.

La lunga processione ha accompagnato il monsignore nel luogo sacro assieme a un flebile sole: i raggi si sono fatti strada attraverso le nuvole che fino a mezz’ora prima della messa avevano scaricato pioggia sulla frazione appenninica.

Campane a festa e una dozzina di celebranti giunti per l’occasione, tra cui don Pietro Ganapini, missionario diocesano in Madagascar – a cui sono stati devoluti gli oltre 1200 euro di offerte raccolte durante la celebrazione – e don Giuseppe Bottazzi. Quest’ultimo, quasi 90enne, ha aperto la cerimonia ripercorrendo gli anni giovanili trascorsi con Vezzosi che, nell’ottobre del 1954, partì da Pantano per diventare giovane curato a Montecchio.

Durante l’omelia è stato letto un telegramma inviato da papa Francesco, che ha commosso il prelato già parecchio emozionato per l’affettuosa festa organizzata da parrocchiani e amici.

Monsignor Vezzosi ha poi ripercorso il suo lungo cammini, ricordando i momenti salienti come la nascita della chiesa di Aiola nel 1963 sino alla sua nomina a presidente dell’Anspi (ruolo che ha ricoperto per tantissimi anni facendo la spola tra Reggio e Roma) e alla nomina di monsignore avvenuta per mano di Giovanni Paolo II il 18 agosto 1998.

«Andiamo avanti con fiducioso ottimismo», la frase che don Vezzosi ama ripetere da quando era un pretino, ha circolato come un mantra tra i fedeli presenti nella chiesa di San Martino.

Pochi ma importanti i doni consegnati a monsignor Vezzosi: un santino dell’ordinazione del 1954 in cornice – offerto dalla comunità di Aiola – e una stampa della Madonna delle Piagne, venerata nei dintorni di Pantano, offerta invece dai parrocchiani carpinetani. Don Ganapini, invece, ha portato una stola proveniente dal Madagascar. Durante il successivo rinfresco, il monsignore ha poi avuto modo di salutare a uno a uno i suoi fedeli non mancando di regalare un sorriso e una frase di conforto per il futuro a ciascuno dei presenti.

Alessandro Zelioli – gazzettadireggio