Monsignor Galantino: su “Il Sole 24 Ore”, “L’ Europa non può ritardare ancora un sistema che assicuri aiuto ai migranti”

“Non so se è pericoloso, come il buon senso può far credere. Non so se sia corretto far tacere il ritmo degli impegni correnti, barrando di netto alcuni giorni dell’ agenda. Non so, infine, che cosa qualcuno possa pensare di questo mio tornare con insistenza nel Medio Oriente. So per certo che, come non ho mai sopportato l’ indifferenza, mi sento a casa laddove si può far qualcosa per restituire alle persone la dignità che hanno loro rubato. Sono le ragioni per cui questa settimana l’ ho trascorsa volentieri in Giordania”, così monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, nell’editriale pubblicato su “Il Sole 24 Ore” di oggi. “Per quanti vorranno seguirmi – scrive il vescovo -, mi riprometto di raccontare nell’ edizione di sabato prossimo quanto ho vissuto in questi giorni. Oggi, con gli occhi feriti dalle tante situazioni di dolore incontrate, ma anche accesi dai molteplici gesti di solidarietà che ho potuto constatare, vorrei tracciare una sorta di conclusioni del viaggio, soffermandomi sul tema dell’ accoglienza e dell’ inclusione. Per farlo, più che parlare degli “altri”, vorrei rivolgermi direttamente ai cittadini del nostro Paese”. Nel ricordare l’accorato appello di Papa Francesco, mons. Galantino aggiunge che “a quanti sono oppressi dalla violenza e dalla persecuzione non possiamo come Europa ritardare ulteriormente la realizzazione di un sistema che assicuri almeno una via di fuga: la strada dei corridoi umanitari verso i Paesi disponibili all’accoglienza – strada, tra l’ altro, già possibile sul piano giuridico – è la prima condizione per evitare la crescita di quella tratta di esseri umani che oggi ingrassa il portafoglio di mafie e terrorismo”. Una via che però richiede”un ruolo maggiormente incisivo da parte di questa nostra Europa, che troppe volte alla prova dei fatti si rivela debole e cieca”. Il segretario generale della Cei fa riferimento alla speculazione sulle cifre dei migranti, i cui dati reali smentiscono le paure: “l’ impatto di immigrati e rifugiati rispetto alla popolazione è davvero molto basso. L’ Italia, in particolare, è agli ultimi posti in Europa, con un tasso di 1,9 rifugiati ogni mille abitanti e un 3% di richiedenti asilo. Oggi nel nostro Paese sono accolti in circa 160 mila tra richiedenti asilo e rifugiati; 30 mila di loro sono ospitati in strutture ecclesiali”. Per mons. Galantino, “la vera sfida da assumere con coraggio e creatività è quella dell’integrazione, rispetto alla quale in Italia oggi emerge con forza la necessità di una legge specifica”. Ora “occorre un salto di qualità, per giungere a una strategia di sistema. Nel farlo potrebbe essere intelligente anche puntare sulla valorizzazione delle competenze degli immigrati: fra loro non mancano laureati, professioni e tecnici”. “Sta a noi fare in modo di vincere la partita dei migranti: non considerandoli nemici dai quali difendersi, ma persone da accogliere e integrare – conclude mons. Galantino -. Non conosco alternativa possibile. Il viaggio in Giordania – la visita nei campi dei rifugiati, l’ incontro con famiglie disgregate dall’ esodo, il dialogo con i responsabili della Chiesa e della Caritas locale, nonché con tanti volontari – me l’ ha confermato una volta di più”.

sir