Mondo ecumenico guarda a riforma Chiesa cattolica come fonte di speranza

“Cosa sta facendo Papa Francesco di così interessante? Non è solo una questione del suo stile, della sua semplicità e della sua schiettezza, o della sua richiesta di umiltà, di discernimento e di servizio, del suo impegno nei confronti dei poveri e degli svantaggiati. Egli sta introducendo, con fermezza, elementi di reale riforma nel modo in cui la Chiesa amministra sé stessa e svolge la sua missione nel mondo”. Lo ha detto monsignor Brian Farrell, segretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, intervenendo questo pomeriggio a Castel Gandolfo alla 59ª Settimana ecumenica promossa dal Movimento dei Focolari, dal titolo: “Camminando Insieme. Cristiani sulla via verso l’unità”.
“Il Papa ha in mente una riforma del papato e dell’episcopato”, ha detto Farrell rivolgendosi a una platea di 700 persone di 69 Chiese e Comunità ecclesiali, di 40 Paesi del mondo. Riguardo l’esercizio del ministero petrino Francesco “è convinto” che “il Papa non è di per sé al di sopra della Chiesa”, ma “come Vescovo fra i Vescovi”, chiamato “quale Successore di Pietro, a guidare la Chiesa di Roma che presiede con la carità su tutte le Chiese”. “Quanto al ruolo dei vescovi, li richiama spesso ad una maggiore responsabilità personale, pastorale”.
“Tutti questi sono passaggi da un esercizio di organismo iper-centralizzato e monarchico verso una Chiesa che è una comunione spirituale in cui ogni parte svolge il proprio ruolo, sotto la legge suprema dell’amore, della solidarietà, della fratellanza e della responsabilità reciproca”. Insomma, ha detto Farrell, “Papa Francesco è alla ricerca di un diverso e più ampio equilibrio di responsabilità ed autorità nella Chiesa – una genuina collegialità e sinodalità” e “il mondo ecumenico è convinto che questa forma di riforma della Chiesa cattolica sia una fonte importante di speranza per l’ecumenismo nel ventunesimo secolo, in particolare per il ripristino della comunione con l’Oriente”. Farrell ha poi concluso il suo intervento sottolineando per l’oggi della Chiesa l’importanza del carisma di Chiara Lubich: “L’ecclesiologia di comunione – ha detto – non è possibile senza una spiritualità di comunione” e “il Movimento dei Focolari occupa davvero un posto provvidenziale nel cuore di ciò che lo Spirito di Dio dice alle Chiese in questo tempo storico di trasformazione”.

sir